Con tutte le botte che ha preso e continua a prendere l’immagine attuale della Valnerina pare piuttosto quella di un pugile suonato. Suo malgrado. Perché si è trovata a combattere nel ring, pardon, nel cratere del terremoto, con un avversario impari, con devastanti e ancora evidenti effetti. E anche per questo, come se non bastasse, per la serie cornuti e mazziati, a soffrire più degli altri l’effetto del Coronavirus. E’ vero che là c’è gente tosta e dunque con una certa speranza raccogliamo e rilanciamo l’annuncio di Valerio Mancini, Lega-presidente della Seconda Commissione in Regione, che dopo la sua visita nei giorni scorsi a Norcia non ha dubbi: “La Valnerina è il cuore pulsante dell’Umbria pertanto è da qui che deve ripartire la rinascita economica territoriale”.
La riflessione di Mancini nasce in seguito all’incontro che ha avuto con le associazioni di categoria nursine, con alcuni esponenti locali della Lega e dalla visita ad aziende zootecniche del territorio. Mancini ha rimarcato la necessità di “istituire un tavolo di lavoro insieme agli organi competenti e agli imprenditori locali importante per intervenire sulle problematiche emerse”.
Vero, l’idea del tavolo non è nuovissima, ma questa è una giunta regionale tutta nuova e, dunque, è giusto che ci provi, staremo a vedere l’effetto che fa.
La riflessione di Mancini nasce in seguito all’incontro che ha avuto con le associazioni di categoria nursine, con alcuni esponenti locali della Lega e dalla visita ad aziende zootecniche del territorio. Mancini ha rimarcato la necessità di “istituire un tavolo di lavoro insieme agli organi competenti e agli imprenditori locali importante per intervenire sulle problematiche emerse”.
Vero, l’idea del tavolo non è nuovissima, ma questa è una giunta regionale tutta nuova e, dunque, è giusto che ci provi, staremo a vedere l’effetto che fa.
“Insieme – afferma Mancini – alle associazioni di categoria nursine, a Daniela Benedetti della Coldiretti Umbria, a Stefano Mosconi della Confagricoltura Umbria e ad alcuni esponenti locali della Lega, abbiamo visitato la stalla dell’allevatore Claudio Salvatori e molte altre aziende zootecniche del territorio. Molteplici sono state le criticità emerse e le problematiche legate ai settori dell’allevamento e dell’agricoltura nel territorio della Valnerina, che con unità di intenti e collaborazione fattiva, dobbiamo impegnarci a risolvere quanto prima. Gli imprenditori agricoli si trovano costantemente a fare i conti con sempre più crescenti ‘avversità’, sia burocratiche che economiche, basti pensare che il prezzo di produzione del latte è di poco inferiore al prezzo del ritiro in stalla. In particolare – aggiunge Mancini – la Valnerina sconta una difficile convivenza con l’area parco ‘Monti Sibillini’, perla di rara bellezza paesaggistica, fonte insostituibile di biodiversità animale e vegetale, ma che a volte rappresenta un problema a causa della burocrazia. Gli skyline fotografici del Pian grande in fiore, conosciuti in tutto il mondo, non esisterebbero se le imprese agricole locali non coltivassero con fatica le migliaia di piccoli appezzamenti fondiari ivi presenti, ed è proprio per questa immemore e rispettosa convivenza, che il Parco deve coadiuvare con la dovuta diligenza e competenza lo sviluppo sostenibile del tessuto agricolo e turistico ricettivo, trasformandosi da ostacolo burocratico a socio in affari. Gli imprenditori del settore – ha continuato Mancini – stanno inoltre facendo i conti con la progressiva riduzione dei contributi pubblici: la compensativa, per citarne una, è stata ridotta del 70 per cento nel 2016, anno del sisma, e del 60 per cento negli anni successivi. Molte anche le difficoltà legate all’attuazione del Psr (Piano di Sviluppo Rurale) che, così come programmato dalla precedente Amministrazione, risulta carente di fondi, velocità d’azione e competenze istruttorie, da potenziare, semplificare e convogliare obbligatoriamente verso le misure cardine dello stesso. Stiamo lavorando – ha assicurato Mancini – per mitigare al massimo queste criticità cercando di ridistribuire i fondi con parsimonia, coerenza, ma soprattutto coscienza tecnica e consapevolezza territoriale. Altro fattore deprimente – ha detto – lo sviluppo agricolo dei territori dell’Appennino Umbro Marchigiano, è rappresentato dalle grandi aziende zootecniche del Nord, che sembrerebbero invadere di nome. ma non di fatto tutte le grandi estensioni pascolive di proprietà collettiva, giocando al rialzo sui canoni di affitto, a discapito degli allevatori locali. È una battaglia economica questa, che gli allevatori umbri non possono vincere da soli, penalizzati dai mercati locali e dalle esigue marginalità che gli stessi offrono. C’è poi la necessità che vengano sbloccate quanto prima le concessioni per i pozzi a uso agricolo: le aziende che non ne dispongono uno, non potendo attualmente richiedere permessi per farlo, si trovano a dover fronteggiare le conseguenze della mancata irrigazione dei terreni. Un’altra tematica fondamentale emersa dal confronto con gli imprenditori del territorio – ha reso noto il leghista – è quella legata alla valorizzazione del brand Valnerina: i prodotti del territorio rappresentano un’eccellenza, il fiore all’occhiello dell’Umbria nel mondo, e c’è assoluta necessità di promuoverli ancora di più in ogni segmento di mercato”.