MONTEBUONO DI MAGIONE – Permettete, in questa strana Pasquetta, una piccola digressione personale. Ho cominciato a masticare la mitica torta della Maria (d’la Maria per l’esattezza), da Faliero, a Montebuono di Magione che ero poco più che adolescente. Si tratta, lo dico per gli umbri più distanti dal Perugino e dal Lago Trasimeno, di un angolo di strada panoramica che era un semplice e improvvisato punto di ristoro che in 51 anni di storia è diventato piano piano, locanda, ristorante, albergo, balera, campo da calcetto, arena di concerti… Per quanto mi riguarda l’iniziazione era avvenuta grazie a mio padre. Poi la strada, non ci è voluto molto a dire il vero, l’ho imparata da solo. Oltre che mangiare, sono entrato in confidenza con la depositaria della ricetta che era di sua madre, “la mitica Maria”, appunto, e con il marito Faliero, un po’ burbero ma schietto nei sentimenti. Poi è toccato ai figli Luca e Cristiano. Tant’è, che a un certo punto, andavo a mangiare lì spesso e sicuramente volentieri anche per fare due chiacchiere, per così dire, in famiglia.
Da un po’ non vado più a trovarli ma proprio oggi, curiosando su Facebook, ho avuto la prova, ennesima, che quella era una frequentazione che mi piaceva davvero tanto perché ricca di umanità, di dedizione al lavoro, di consapevolezza di sacrifici, veri, fatti per poi poter godere dei frutti della fatica. Cosa è accaduto? Per Pasqua la Maria ha rimesso le mani in pasta; Cristiano e Luca sabato scorso di buon’ora hanno riacceso il camino spento ormai da un mese e iniziato a organizzare una consegna speciale all’Ospedale di Perugia.
Così domenica di Pasqua e oggi, Pasquetta, hanno portato un menù speciale a dieci reparti, i più esposti nella battaglia al Coronavirus, e al 118 e al presidio del Pronto soccorso.
Che dire? Personalmente ho un motivo gradevole in più per ricordare Pasqua e Pasquetta 2020. E so che non sarò il solo.