ARRONE – Torna “La terra in fiore” nella sua XIX edizione il 29, 30 aprile e 1 maggio. L’organizzazione è a cura del Comitato del Castello di Arrone, in particolare Patrizia Giacobbi e Piero Laliscia, con il patrocinio del Comune.
Nell’antico castello degli Arroni (nobili feudatari) restaurato nel corso degli anni dalle amministrazioni che si sono succedute, si potranno ammirare tra mura, bastioni, torrioni, terrazze e balconi le bellissime composizioni di fiori, ma non solo: ci sarà un susseguirsi di meraviglie sullo sfondo della torre dell’ulivo che da secoli si affaccia sulla Valle solcata dal Nera fino a scoprire Casteldilago, Torreorsina e la Cascata. Saranno in bella vista esposizioni varie e artigianali: ceramiche del gruppo dei Quattro di Arrone; profumi e creme a base di fiori Oasi della Salute di Ramona Bartolini; manufatti artistici in porcellana fredda ed esposizioni di piante d’aria Kokedama di Antonella Illuminati; composizioni floreali a cura di Alessandro By Giovanni; prodotti artigianali locali della bottega Azienda Agricola Bs -Bios; mostre di pittura.
Ci saranno anche visite ai balconi fioriti per le vie del castello.
Il giorno 29 aprile pic nic con le scuole elementari sotto la torre; invece il primo maggio festa tutti insieme lungo le vie del vicinato (ingresso libero).
Arrone, quindi, apre la stagione estiva con questa importante iniziative che fa riscoprire la bellezza e i profumi dei luoghi della Valnerina, le sue risorse storico artistiche e ambientali ma soprattutto il lavoro e la dedizione di molti cittadini che si adoperano con senso di volontariato affinché il proprio borgo possa essere sempre più apprezzato, visitato e amato da turisti e appassionati.
C’E’ DA SAPERE E VEDERE
Secondo lo storico Jacobilli, il Castello esisteva già nel 880 e qui c’è un gioiello assolutamente da visitare: la chiesa di San Giovanni, XIV secolo edificata proprio sulle mura del Castello e, la stessa torre campanaria, ricavata da un bastione. Tracciamo un po’ di storia del territorio arronese: nel 1212 sotto papa Innocenzo III feudatario messere Gentile di Ottaviano, anche Arrone e Casteldilago, passarono nell’orbita comunale di Spoleto. Tommaso di Grimaldo fu il primo castellano di Arrone eletto da Spoleto. La chiesa di San Giovanni Come detto si presenta con la sua facciata in pietra portale ogivale e abside poligonale.
Internamente presenta un vasto ciclo di affreschi che vanno dal 1480 al 1500; nell’abside le storie di San Giovanni Battista (nella foto di copertina); dottori della chiesa ed evangelisti, nelle pareti laterali per lo più ex voto quattrocenteschi raffiguranti santi della tradizione popolare: i Santi Sebastiano, Antonio Abate, Rocco, Lucia, Madonne col Bambino. Ex voto sono di una semplicità e intensità unica, eseguiti da pittori della Valnerina con influsso abruzzese.
Insomma c’è da tanto vedere e scoprire in questi giorni di festività. Immancabile, se si scende alla piazza Garibaldi, una visita alla chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta e il ciclo pittorico rinascimentale di Vincenzo Tamagni e Giovanni da Spoleto che hanno decorato tutta l’abside con le storie della Vergine; la particolare Cena di Emmaus dello Spadarino fedele del più famoso Caravaggio. Le cappelle laterali con affreschi del XVI /XVII secolo.
A Casteldilago la singolare chiesetta di San Nicola con affreschi della scuola dello Spagna; e, partendo da San Nicola, percorrendo il fitto bosco, si può raggiungere l’antico Santuario della Madonna dello Scoglio.