FERENTILLO – Proseguiamo con le storie fantastiche dei personaggi ospiti al Museo delle mummie a Santo Stefano di Precetto.
Questa volta vi racconteremo la storia della “donna morta di parto“. Lo aveva desiderato tanto quel bimbo. Aveva rinunciato alla sua famiglia, al suo amore, alla sua esistenza di donna onesta, pur di averlo.
Caterina era la figlia dello stalliere. Molto bella, si vociferava da tempo che un giovane del Ducato di Spoleto se ne era innamorato. Nella contea si diceva pure che il giovane fosse di nobile famiglia; ma la situazione sociale della fanciulla non consentiva un simile matrimonio. E poi anche il padre di Caterina non vedeva di buon occhio questi nobili, considerandoli tutti avventurieri. Loro si amavano veramente, fino all’imprevisto: la fanciulla si accorse di essere incinta. Il padre per cancellare il disonore tentò di mandare Caterina da una megera. Lei si ribellò fuggendo lontano da tutti, anche dal suo innamorato, prima che le potessero togliere ciò che ora considerava il bene più prezioso al mondo. E per molto tempo non se ne ebbe notizia. Il giorno del parto si avvicinava e Caterina, sempre più sola e spaventata, decise di fare ritorno a casa. Era quasi arrivata quando, sedutasi per riposare, giunse il momento. E non c era nessuno che la potesse aiutare. Solo più tardi, il frate, ritornando dalla questua al convento di Santa Illuminata, sentendo un flebile lamento si accorse che sotto ad un cespuglio c’erano Caterina e il neonato. Ma a nulla valse il suo tardivo soccorso.
Madre e figlio non riuscirono a sopravvivere. Il padre di Caterina impazzi per il rimorso. Il padre del bambino ritenne di non dover mai tradire quel grande amore e si ritirò in convento.