La storia della tavola raffigurante Santa Maria che da’ il nome alla Collegiata di Matterella

FERENTILLO – Il nome della chiesa principale di questo paese della Valnerina, ossia la Collegiata di Santa Maria di Matterella, è proprio Santa Maria, pienamente, così senza aggiunte di aggettivo qualificativo che distingue la Vergine. E questa dedicazione è espressa in una tavola raffigurante la Madonna col Bambino di imitazione bizantina ma realizzata verso la fine del XV secolo. Sullo stile iconografico della Madonna Nera, presente in sporadici luoghi di culto cattolici. Il dipinto è posto nell’abside del presbiterio della stessa chiesa, sotto una lunetta, un tempo finestra, poi chiusa negli anni’50, e con i restauri degli anni 2000 riaperta. Incastonato in una cornice di stucco dipinta a finto del XVII secolo, l’opera è di un anonimo pittore umbro, ed è stata restaurata, anche questa, nei primi anni del 2000. L’immagine, occupa tutta la superficie, ed emerge da un fondo oro zecchino. Le due figure indossano indumenti caratteristici sullo stile dell’ epoca riferita alla “iconografia mariana”. In alto, a sinistra e a  destra, due volti cherubici alati e alcune lettere e scritte in stile gotico: probabilmente le iniziali dei nomi dell’ autore e dei committenti del dipinto; la Madre sorregge il Figlio con la mano sinistra e con la destra tiene la sua piccola mano… l’ aureola dei due, sul fondo dorato, e’ lavorata in fine cesellatura. La collegiata è nominata negli Statuti Albericiani del 1563 dove vengono riportate le note delle riunioni del consiglio che avvenivano al suo interno. Tale venerazione alla Madre di Dio e stata rinnovata sempre in questa chiesa nel corso dei secoli: Orlando Merlini nel 1501 la dipinge “Madonna col Bambino” nella lunetta del portale di accesso. In un documento di archivio datato 1470 è nominata: Collegium  Ecclesiae Santae Mariae Virginum de’ Matarella  Fiorentillo.
Carlo Favetti: Nato a Ferentillo, ho pubblicato saggi d'arte, volumi di storia e libri di poesie. Ho collaborato con il Corriere dell'Umbria dal 1998 al 2010 e poi con il Il Giornale dell'Umbria. Nel 1993 ho fondato l'associazione culturale Alberico I Cybo Malaspina.