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La Sinfonia n. 9 in re minore, op. 125 “Corale” chiude la stagione 2024 degli Amici della musica di Foligno

FOLIGNODi notevole spessore la chiusura della Stagione concertistica 2024 degli Amici della Musica di Foligno. Per la prima volta in cartellone e in città verrà eseguita la celeberrima Sinfonia n. 9 in re minore di Ludwig van Beethoven, op. 125 “Corale” per Soli, Coro e Orchestra. In programma all’Auditorium San Domenico sabato 23 novembre, ore 21, l’appuntamento celebra l’importante anniversario dei duecento anni dalla prima esecuzione del capolavoro accolta a Vienna il 7 maggio 1824, data che segna il cammino di un’opera che ha profondamente cambiato la musica occidentale. Sul podio Enrico Saverio Pagano con la giovane ma già prestigiosa Orchestra Canova, il grandioso e celebre Coro della Cattedrale di Siena “Guido Chigi Saracini”, maestro del coro Lorenzo Donati punta di diamante della direzione corale, e quattro solisti d’eccezione Elisa Balbo soprano, la mezzosoprano Benedetta Mazzetto, il tenore Paolo Mascari, il basso Giacomo Nanni.

L’appuntamento, nato dalla collaborazione tra Amici della Musica, Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma (IUC) e Fondazione Accademia Musicale Chigiana di Siena, è stato presentato in conferenza stampa all’Oratorio del Crocifisso da Marco Scolastra direttore artistico dell’associazione musicale folignate, Rinaldo Gentile presidente IUC e dal giovane direttore d’orchestra Michelangelo Mattoli.

Il concerto, oltre a essere un tributo al genio di Beethoven, fa proprio il messaggio etico dell’opera, riflette sul significato, ancora attuale, di questa sinfonia. Un valore culturale e sociale affidato soprattutto al quarto movimento ispirato all’ode An die Freude di Schiller, simbolo di unità, fratellanza universale e libertà che l’ha reso non a caso, nel 1972, Inno dell’Unione Europea, mentre nel 2001 la Nona sinfonia è stata dichiarata dall’Unesco Memoria del Mondo. 

Come spesso capita in conferenza con gli Amici della Musica, si affacciano anche le note, quelle di Marco Scolastra che ha scandito al pianoforte le parole di Michelangelo Mattoli, anche lui folignate trasferitosi da undici anni a Pesaro. “La Nona sinfonia è l’opera più rivoluzionaria mai scritta da un compositore. E non solo per l’introduzione del coro mai avvenuta prima. A renderla unica è il suo essere un viaggio spirituale meraviglioso nella vita di ognuno, nel destino del genere umano fatto di sofferenza che trova riscatto nella fratellanza. Beethoven ci dice che non siamo soli come ben sottolinea l’ode di Schiller del celebre Inno alla Gioia”.

A dirigere la Sinfonia fu duecento anni lo stesso autore che la compose, già completamente sordo, tra il 1818 e il 1824 per dedicarla al Re di Prussia, Federico Guglielmo III. Eseguita per la prima volta al Teatro di Porta Carinzia a Vienna, riscosse un notevole successo, ma soprattutto c’è chi ha detto che “La musica non sarà più la stessa d’ora in poi”. Il pubblico accolse l’opera con grande entusiasmo e applaudì il compositore sventolando fazzoletti bianchi.

Venato di emozione l’intervento di Rinaldo Gentile nel ricordare la mamma fondatrice dell’associazione folignate. “Grazie a questa collaborazione, siamo riusciti in questa operazione davvero molto impegnativa, L’Orchestra Canova è da due anni orchestra residente della IUC. Sono musicisti giovani ma già di grande spessore. La Nona è opera matura di Beethoven e deve essere suonata in modo maturo che non vuol dire da persone mature, ma da artisti veri, dentro”.

Alla fine della Nona Sinfonia si resta frastornati – scrive il musicologo Giorgio Pestelli –, si ha l’impressione di essere stati in un luogo dove si è pronunciato un importante giuramento; ci sembra di avere la forza e il coraggio per essere fedeli alle promesse. E penseremo alle nove Sinfonie come a un baluardo di forme intelligibili e fraterne per aiutarci a vivere senza temere la vita”.

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Per info e prenotazioni www.amicimusicafoligno.it

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