La scatola musicale di Francesco Gazzara

Dopo la prima incisione nel 2014 “Play me my song”, Francesco Gazzara anche nel nuovo, uscito nelle scorse settimane, “Here it comes again”, prende in prestito per titolare un suo tributo ai Genesis alcuni versi di uno tra più celebri brani della formazione inglese, “The musical box”, contenuto in quel “Nursery Cryme”, che contribuì a far conoscere in Italia, ancor prima che in patria o nel resto del mondo, la band inglese, che rimarrà per sempre legata a filo doppio con il nostro paese, non è un caso che l’ultima esibizione del gruppo in Europa sia avvenuta a Roma il 14 luglio 2007 al termine del reunion tour, poi proseguito fino ad ottobre in America.

Appassionato da sempre della musica del gruppo inglese Gazzara propone una personale rilettura strumentale della musica del gruppo, facendosi accompagnare non solo da una sezione archi e fiati come nel disco precedente, ma da una band vera e propria i cui musicisti si alternano nell’esecuzione dei vari brani.

Certo in evidenza risulta il piano del leader, che ha certamente trovato una propria via personale per arrangiare per il suo strumento la musica dei Genesis; ma lo fa aggiungendo alcuni tra gli strumenti che già utilizzava Tony Banks, tra cui l’organo Hammond ed il Mellotron.

E scorrendo tra i titoli proposti, si va da The Musical Box alla suite Supper’s Ready, fino alle più recenti Undertow ed Heathaze, si ha la sensazione di tuffarsi in un qualcosa di conosciuto, ma allo stesso tempo si riescono, senza l’ausilio della voce, ad azzeccati arrangiamenti ed anche alla collaborazione di valenti strumentisti, tra cui ricordiamo Dario Cecchini dei Funk Off, a cogliere ancora meglio, se possibile, le sfumature della sofisticata musica del gruppo inglese.

Siccome un famoso adagio recita che non c’è due senza tre attendiamo il terzo capitolo della “scatola musicale” di Gazzara.

Per ordinare i dischi www.gazzaraplaysgenesis.com

Alfredo Buonumori: Perugino, diploma di maturità classica, commerciante per una ventina d’anni, da sempre appassionato di musica (tutta quella bella), ma il cuore batte più forte per il progressive rock, il primo amore, e per il jazz. Dal 2019 fa attivamente parte di un’associazione culturale-musicale che si occupa della diffusione della musica progressive rock.