PERUGIA – Il gel al posto delle strette di mano con i docenti, le mascherine al volto, i guanti, il distanziamento, regole nuove al tempo del Covid ma sempre la stessa motivazione ed entusiasmo. Si torna in aula anche all’interno del Nuovo Complesso Penitenziario di Perugia dopo ben 116 giorni. Riparte il progetto “Argo: percorsi formativi per il reinserimento dei detenuti”, finanziato dalla Regione Umbria tramite finanziamento del Fondo Sociale Europeo, e gestito dall’ATI composta da Frontiera Lavoro, Cesar e Cnos Fap, con 15 detenuti della sezione maschile inseriti nel corso per “addetto alla cucina”, il primo a ripartire dopo la sosta lo scorso marzo per l’emergenza pandemica, previste 120 ore di didattica. A seguire gli altri percorsi formativi per “impiantista elettricista”, “addetto ai servizi di pulizia” e “addetto alle colture vegetali ed arboree”, in tutto 57 i partecipanti.
“Come dimostra l’esperienza che abbiamo maturato anche in altri contesti, sostiene Luca Verdolini, coordinatore del progetto, la rieducazione dei detenuti è efficiente sia per loro che per la società e la formazione professionale è la forma più adeguata per perseguirla. L’esperienza formativa, infatti, aumenta il grado di stima dei detenuti consentendo una riscoperta della loro dignità, permette il recupero dei legami familiari favorendo una rinnovata socialità e, infine, incide sulla recidiva, migliorando i comportamenti individuali e le abitudini sociali”. Proprio per questo il progetto “Argo” rappresenta un’occasione unica per i detenuti di sperimentare un contesto reale con cui misurarsi. Regole, responsabilizzazione, dignità. Si scoprono così, in carcere. “Resto meravigliato, dice Gaetano, davanti ai piatti che riesco a realizzare. La bellezza aiuta a vivere, ridà speranza. E’ vero per tutti, perché non dovrebbe esserlo anche per noi?”.