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La Perugia senza tempo negli scatti di Federico Ventriglia

PERUGIA – Dal 13 aprile al 5 maggio gli spazi espositivi dell’Ex Chiesa della Misericordia a Perugia ospiteranno la mostra “Di Passanti e Attese – Perugia in bianco e nero analogico”, con fotografie di Federico Ventriglia.

 

Un viaggio a piedi per le strade dalla nostra città, alla ricerca del momento perfetto da immortalare per raccontare l’attesa. Un progetto fotografico che utilizza il bianco e nero e le sue magiche sfumature per riportarci indietro nel tempo, in una Perugia in cui il tempo sembra non essere mai passato davvero. A tu per tu con il fotografo, abbiamo voluto saperne di più sulle motivazioni che lo hanno portato a concepire questo progetto visual dal taglio street.

 

 

“Ho iniziato a fotografare nel 2006 con l’analogico, in occasione di un viaggio in Sardegna. Ma è stato un fallimento perché di cinque rullini me ne è uscito solo uno! Purtroppo ero alle prime armi e solo uno lo avevo caricato correttamente. A posteriori posso dire che l’esperienza è andata comunque bene. La fase di scatto delle fotografie mi aveva già rapito, la scintilla era già scoccata; la prima ‘musa’ è stata sicuramente la natura. Dall’analogico sono passato al digitale per poi ritornare all’analogico con questo ed altri progetti fotografici che ho sviluppato. Per questo progetto ho cercato la massima libertà possibile nel godermi la fase di scatto, coniugandola con un approccio formale-narrativo alla fotografia di strada: l’idea di partenza era quella di perlustrare i dintorni di casa, in luoghi che potevo raggiungere esclusivamente a piedi. In un’ottica street, ho voluto concentrarmi sul concetto visivo dell’attesa ma anche il dialogo dei soggetti con il mondo urbano circostante. Ho atteso anche io, per trovare il momento giusto in cui scattare. L’analogico mi ha aiutato anche nelle mole di fotografie poiché bisogna ‘risparmiare’ e scegliere bene quando premere il pulsante.

 

Mi piaceva l’idea di andare in giro leggero, con ottiche da 28mm o 50mm e godermi gli spazi. Ho camminato tanto, alla scoperta di luoghi urbani che vedo ogni giorno ma che ho potuto vedere con occhi diversi. Volevo godermela il più possibile”. Ci è voluta molta pazienza per aspettare il momento giusto e credo che sia fondamentale perché la bella foto non si presenta ogni passo o ogni secondo: qualche volta bisogna aspettare, qualche altra essere molto rapido.”

 

 

 

 

Come fotografo, quali sono le tue fonti di ispirazione?

 

“Per questo particolare progetto, mi ha ispirato il libro “La retrospettiva” di Saul Leiter, in cui emerge anche il concetto di trovare ‘il bello’ intorno a casa. I miei fotografi preferiti sono due mostri sacri come Henry Cartier Bresson e Gianni Berengo Gardin, due maestri che hanno saputo raccontare l’esperienza umana in maniera magistrale con immagini potenti e usando appunto il bianco e nero come cifra stilistica. Quello che mi interessava anche mostrare, – continua Federico Ventriglia – è anche il dialogo dei soggetti con il contesto e la diversità, infatti ci sono soggetti differenti fra loro. Essere in contatto con la diversità ti arricchisce e la città stessa ne giova poiché ospita diversi approcci alla vita”.

 

L’esposizione, curata da Antonello Turchetti e patrocinata dal Comune di Perugia e dall’Università

per Stranieri di Perugia, include 28 fotografie stampate – a seguito di scansione dei negativi – su

carta fine art. La mostra, a ingresso gratuito, è visitabile dal martedì alla domenica, dalle

16.30 alle 19.30, con aperture mattutine dal venerdì alla domenica dalle 11 alle 13.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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