LEONESSA – In viaggio con i raffaelleschi ci sono da scoprire opere d’ arte di una unicita’ sublime, da ammirare in questo scorcio di prima estate. Dopo San Brizio di Spoleto e la Pala di Casperia di Jacopo Siculo (Giacomo Santoro da Giuliana 1490 – Rieti 1544), ritorniamo nell’alto Lazio, (un tempo umbria), a Leonessa ancora una volta, per ammirare la Pala dell’ Assunta con predella presso la chiesa di San Pietro. Se la pala di Casperia e’ stata definita la prima opera (1524) su tavola del Maestro Siciliano, questa di Leonessa e’ l’ultima opera, 1544.
La pala di altare che misura cm 455x 270 mentre la predella cm 50×362. Olio su tavola raffigurante: Assunzione della Vergine; Visione di Sant’ Agostino, San Pietro liberato dal carcere, Deposizione di Cristo, Conversione di San Paolo, tentazione di un Santo agostiniano.
La tavola e’ stata attribuita a Jacopo Siculo da Luisa Mortari su segnalazione di Giuliano Briganti, in occasione della mostra delle opere d’arte in Sabina tenutasi a Rieti nel 1957. Cosi scrive l’ amico e storico di Giuliana, Antonino Giuseppe Marchese, nel suo Catalogo biografico sul Siculo edito da Ila palma. L’ attribuzione comunque ha trovato conferma in un saggio di Giuseppe Chiaretti 1969 (sull’ erudito leonessano) Durante Dorio. Lo storico apprezza sopratutto le piccole figure della predella “stimate molto da assai valent’huomini che hanno vista quest’opera” della quale ha letto la firma del pittore siciliano nel cartiglio in basso a destra, omettendo però, di riportare la data. L’ opera e’ suddivisa in due scene, distinte e sovrapposte, secondo il modello raffaellesco, su esempio della Pala degli Oddi, attribuita a Raffaello negli anni 1502-1503 per la chiesa di San Francesco a Perugia (ora pinacoteca Vaticana), e alla Incoronazione di Monteluce, sempre del Raffaello, dalle monache di Monteluce pero’ realizzata e ultimata nel 1525 dagli allievi Giulio Romano e Francesco Penni. Nel registro superiore, della pala e’ raffigurata, accolta a braccia aperte, la Madonna, tra nubi del cielo, coronata da angeli in volo, con lo sguardo rivolto verso il basso e la mano destra che lascia cadere a terra la cintola; che viene raccolta da San Tommaso genuflesso sopra un monte in un contesto paesaggistico ” jucunda vallis spoletana”.
Nel registro inferiore e’ raffigurato la scena del sepolcro vuoto, con attorno gli apostoli e altri Santi. Ai lati del sarcofago San Pietro con le chiavi a destra, San Paolo con la spada a Sinistra, dietro l’ apostolo Giovanni. Dalla parte di San Pietro sono figurati i Santi: Agostino, San Giovanni da Facondo. Dalla parte di San Paolo sono figurate: Santa Monica, Santa Caterina da Alessandria. La tavola, inserita dentro una ricca cornice lignea, proprio in stile rinascimentale, presenta anche la predella, divisa in cinque formelle. Bellissima la scena che raffigura “San Pietro in carcere liberato da un angelo”, che si rifà allo stesso dipinto realizzato dal Raffaello per le stanze vaticane. Probabilmente, la pala, era stata commissionata dai frati eremitani di Sant’ Agostino e di Santa Monica.
Anche nella scena della deposizione del Cristo, Giuseppe Chiaretti (1969) trova ” uno Jacopo Siculo nuovo, più commosso, e più drammatico”. Insomma il 29 giugno in occasione delle cerimonie religiose del Palio del Velluto, tutti coloro che verranno a Leonessa potranno ammirare presso la chiesa di San Pietro l’ultimo capolavoro di Jacopo Siculo.