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La meditazione in musica dell’ensemble “Sei Armonico” nella Grotta di Sant’Agnese sul Monte Cucco

COSTACCIARO – Capita a volte, che tra i boschi dell’Umbria accadano cose speciali. Una giornata di fine estate, un fitto bosco, una grotta antica dove si muovono ancora figure e leggende lontane di una santa guerriera.

Un gruppo di persone curiose di seguire la strada di una vibrazione, attraversa il sentiero che si snoda nel bosco, arriva all’entrata di una grotta che si apre, seminascosta tra alberi e le rocce. All’interno, la luce del giorno sfuma in misteriosi chiaroscuri, colando sulle pareti di pietra grezza. La caverna si apre in un’ampia camera naturale e l’aria è fresca e umida, il suono gocciolante dall’acqua che scivola dalla volta.
Al centro, con il bosco alle spalle, meravigliosa scenografia naturale, ci sono i membri dell’ensemble musicale Sei Armonico che, venerdì 30 agosto dentro la grotta di Sant’ Agnese del monte Cucco, pochi chilometri sopra il paese di Costacciaro, hanno dato vita ad un concerto di canto armonico, improvvisazione intuitiva e frequenze dell’ascensione.

Il concerto si apre con una prima parte di canto partecipato, dove il pubblico intona prima timidamente poi con sempre maggior sicurezza le lettere: U, O, A, E, I e M. Lettere che permettono di scaldare la voce ed entrare in connessione, ognuna, come spiegato, che risuona in una specifica parte del corpo: la U alla base della spina dorsale, la O nel cuore, la A nei polmoni, la E nella laringe, la I nel viso tra il naso e gli occhi, la M che vibra nelle ossa del cranio.
Poi è il momento di due delle nove frequenze toni solfeggio o frequenze dell’ascensione, una costante del gruppo, dove il suono e la precisa accordatura della frequenza in hertz, si trasformano in una sorta di meditazione. Quelle scelte per l’evento sono la 285, la connessione con la Terra e la 639, che riguarda l’apertura e la connessione nei rapporti umani.
In pochi minuti i suoni si intrecciano fra di loro, creando una tessitura sonora unica, le pareti della grotta amplificano e riflettono i suoni, gli armonici rimbalzano in ogni direzione, fondendosi con il gocciolio dell’acqua e la voce degli alberi, giocando con la luce del sole al tramonto e dando l’impressione che tutto l’ambiente diventi un grande strumento musicale che vibra all’unisono con le voci e la musica. Un concerto che non si limita ad essere ascoltato con le orecchie ma viene percepito in tutto il corpo.
Quando l’ultima nota si spegne è difficile rompere il silenzio con un applauso. Resta nella grotta una sensazione di pace profonda e connessione, un qualcosa di sacro e primordiale che riecheggia nell’anima come un’eco.
Il canto armonico  è un’antica tecnica vocale che si basa  sulla manipolazione delle risonanze del tratto vocale che si trova tra le corde vocali e la bocca, per fare risaltare gli armonici naturalmente presenti nella voce.
“Il canto armonico – spiega Mirko Bissoni, contrabbasso e voce del gruppo – viene molto usato nella tradizione Tuva, che è una regione della Mongolia. Sono loro i più ferrati nel canto armonico o laringeo che usano proprio come musica e tradizione; poi è usato anche nella musica sufista o nei canti sardi. Portando all’estremo la corda vocale l’armonico esce fuori e tutti possono cantarlo. E’ un fenomeno fisico dove ad ogni nota ci sono armonici simmetricamente proporzionati e non si può essere stonati. Noi come gruppo approfondiamo e scaviamo il suono per entrare nella frequenza con varie timbriche, sia con il contrabbasso portato all’estremo sia con il canto.
Le frequenze dell’ascensione risalgono invece ai tempi biblici, erano già usate dai monaci nel canto gregoriano per vibrare su frequenze che risvegliavano l’intuizione e consolidavano l’ordine spirituale”.
“Prendere relazione con i luoghi naturali – aggiunge Lucia Ortiz, un’altra delle voci del gruppo – ci dà la possibilità di sapere che siamo collegati alle forze naturali e che possiamo anche chiedere aiuto in un momento di necessità della nostra vita. Oggi ad esempio, dentro questa grotta siamo dentro alla Madre Terra, un luogo di potere collegato ad un’energia celeste e tellurica insieme, che è poi quello che noi sempre siamo chiamati ad integrare e mettere in connessione”.
L’ensemble vocale strumentale Sei Armonico nasce ed inizia la sua ricerca circa 15 anni fa ed è composto da: Mirko Bissoni, contrabbasso e voce, Andrea Pe, voce ed effetti, Mario Sirchio, percussioni e voce, Lucia Ortiz, voce, Gianluca Luminasi, voce, Sahaja Barbara Bigazzi, voce.

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