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La grande bellezza di Foligno: l’Oratorio del Crocifisso trabocca di splendore, da vedere in tempi di Quintana (e non solo)

L'Oratorio del Crocifisso a Foligno

FOLIGNO – E’ uno di quei luoghi assolutamente da vedere. Perché talmente bello che quando ti trovi al suo cospetto ti senti conquistare dalla sua maestosità. L’Oratorio del Crocifisso è uno straordinario patrimonio artistico, per il quale l’uso di tanti aggettivi non è mai esagerato. Da scoprire e da visitare soprattutto in tempi di Quintana.
Foligno è famosa per essere il centro del mondo, una licenza suffragata soltanto dalla tradizione ma non dalle coordinate geografiche, a cui gli abitanti di questa particolarissima città umbra non intendono rinunciare. Particolarissima perché nel contesto dell’Umbria, Foligno è la città dei Palazzi per eccellenza, costruiti tra ‘400 e ‘700, discostandosi di molto da quella consueta immagine che si ha della regione medievale. Un unicum insomma. E dunque Foligno merita di essere maggiormente conosciuta e valorizzata per quello straordinario patrimonio artistico ed architettonico che si sussegue strada dopo strada, a dimostrazione di un ricco e fastoso passato ormai tornato praticamente tutto all’antico splendore grazie all’azione di recupero intrapresa sugli edifici.
Tra questi, c’è un luogo a Foligno di quelli assolutamente da non perdere, dove entrare in punta di piedi, dove assaporare ogni istante della bellezza che gli occhi catturano, vagando da un punto all’altro dell’opera d’arte che si è composta nei secoli, dettaglio dopo dettaglio. E’ l’Oratorio del Crocifisso, risalente al XVII secolo, incuneato tra Palazzo Candiotti e la grande chiesa domenicana trasformata in auditorium, nell’attuale largo Federico Frezzi.
Quando arrivi sul posto, non ti aspetti quello che stai per trovare perché nonostante si trovi tra due pregevolissime costruzioni, l’assetto esteriore è a dir poco modesto e non anticipa in nessun modo quanto è custodito all’interno. Ma si quando si accede, si intuisce subito il valore di quelle cornici, di quegli stucchi dorati, quegli intarsi curatissimi, quelle statue e quei dipinti alle pareti. Appartenuto fino al 2002 alla Confraternita del Crocifisso, che lo ha permutato con il Comune di Foligno, a seguito del terremoto del 1997 è stato sottoposto ad una lunga azione di restauro costata quasi un milione e mezzo di euro, servita a riportare all’originario splendore l’edificio sacro, costruito da quella Confraternita in tre successive fasi dalla seconda metà del ‘500 ai primi del ‘700.
Un recupero che ha consentito di ricollocare al loro posto opere prima conservate nel deposito del Museo della Città a palazzo Trinci: il dipinto ad olio su tela su cui sono rappresentati Cristo ed il Beato Antonio da Stroncone; un dipinto ad olio su tela originariamente collocato sopra il secondo altare di destra dedicato a San Pietro d’Alcantara; un dipinto dove è rappresentata Sant’Elena; un altro dipinto su tela di lino raffigurante la Madonna del Rosario. Ma è l’aspetto complessivo che rapisce lo sguardo del visitatore, come la monumentale decorazione lignea dell’altare maggiore, con il Crocifisso ligneo realizzato da Pompeo Scarscioni nel 1570; il soffitto a cassettoni eseguito negli anni 1629-31 da Francesco di Costantino Costantini, il famoso “maestro dei Crocifissi”; il Cristo risorto, gli angeli e i cherubini, dipinti a tempera su tavola nei cassettoni, opera del folignate Giovanni Battista Michelini (1606 o 1613 – 1679); gli affreschi della volta del presbiterio; la cupola; le due cantorie di legno centinato e intagliato sono realizzate nel 1708 da Domenico Battistelli.
E’ una sequela infinita di opere grandi e piccole, uscite dall’ingegno e dalle mani di artisti e artigiani più o meno noto, che si sono succeduti nei secoli nell’abbellimento dell’Oratorio. Una gemma autentica che si contraddistingue nella pur ricca dotazione artistica di Foligno: da palazzo Trinci con il ciclo di affreschi attribuiti a Gentile da Foligno, all’Oratorio della Nunziatella con il Battesimo di Cristo del Perugino.

 

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