PERUGIA – Umbria Jazz Winter festeggia quest’anno i 29 anni, un festival maturo che si è conquistato nel corso del tempo la notorietà di vetrina per un pubblico più jazz oriented rispetto alle più popolari Umbria Jazz Summer a Perugia e Umbria Jazz Weekend a Terni. Nell’edizione 2022-2023, Umbria Jazz Winter conferma la tendenza del coinvolgimento di un pubblico più competente, non rinunciando però a spaziare anche al di là del jazz più canonico, soprattutto prendendo in considerazione la forma canzone. Vinicio Capossela era di casa in Umbria, una trentina d’anni fa, agli esordi della sua carriera. Era amico di Sergio Piazzoli, promoter perugino scomparso qualche anno fa, che lo accolse a Perugia a braccia aperte. Giusto quindi che in Umbria Capossela torni, questa volta a Orvieto, per ricordare le varie tappe della sua ascesa al successo. Charles Mingus, contrabbassista e una delle menti musicali più creative del jazz del secolo scorso, avrebbe compiuto quest’anno cento anni. Tra chi ama il jazz non poteva passare inosservato questo anniversario, giusto quindi che una parte della Mingus Big Band lo ricordi insieme agli italiani Roberto Rossi e Piero Odorici. Burt Bacharach è ora un simpatico vecchietto di 94 anni, ma se ne ricordano alcune delle hit che hanno contrassegnato la storia della musica leggera. A lui e alle sue canzoni renderanno un tributo Dianne Reeves con i nuovi arrangiamenti di Ethan Iverson. È questo il più recente progetto che coinvolge la Umbria Jazz Orchestra. Lo stesso Iverson, con Peter Washington e Dan Weiss (in pratica, la sezione ritmica dell’omaggio a Bacharach) suoneranno anche in trio. Anche Franco Fayenz, tra più illustri critici musicali italiani, scomparso qualche giorno fa, era di casa a Umbria Jazz. Sin dagli esordi la seguì non lesinando indicazioni e suggerimenti con una cifra stilistica sempre incline alla franchezza. Franco era ormai diventato un punto di riferimento per generazioni diverse di cultori del jazz. Più che giusto che Umbria Jazz Winter, ventinovesima edizione, sia stata dedicata al suo ricordo. Questi i punti salienti della nuova edizione del festival jazz orvietano, dal 28 dicembre al 1° gennaio. Per il resto il programma orbita tutto intorno a questi capisaldi, ma riservando attenzione a quanto di meglio sta emergendo oltreoceano. Tornerà Allan Harris, con una nuova storia da raccontare attraverso le sue canzoni. “Kate’s Soulfood” è uno spaccato della America che ruotava attorno a una popolare tavola calda di “home cooking” ad Harlem, gestita dalla zia Kate. Un duo sulla scena e una coppia nella vita: sono Rebecca Martin, songwriter originale e cantante dalla voce espressiva, e Larry Grenadier, contrabbassista del trio di Brad Mehldau ma non solo. Javier Girotto è altro italiano, ma argentino di origine, habitué dei palchi umbri. Nuovo il suo progetto “Legacy”, che ha ripreso sue partiture di qualche anno fa ma mai suonate. Lo fa ora con un quintetto di tre fiati (tra i quali i suoi sassofoni) più basso e batteria. Ed ecco gli altri consigli di ascolto di Umbria Jazz Winter 29: “Una pianista da seguire con attenzione è Kris Davis, una delle personalità più interessanti tra quelle emerse sulla scena del jazz negli anni duemila. Oggi la Davis, canadese da una ventina d’anni di base a New York, è molto stimata soprattutto nei circuiti del jazz e della musica più innovativa. Per naturalezza, creatività, energia, Romero Lubambo è in una classe a sé stante. Il chitarrista brasiliano Romero Lubambo è fenomeno emergente nel mondo della musica. Lubambo a Orvieto fa parte del progetto sulle canzoni di Bart Bacharach, vista la lunga partnership artistica con Dianne Reeves, ma si può ascoltare anche in una solo performance. Jon Cleary, inglese cresciuto nella campagna del Kent, oggi è uno degli interpreti più stimati della musica di New Orleans, città in cui vive da decenni. Jon affronta con estrema versatilità (ha vinto anche un Grammy Award) i generi che definiscono l’identità musicale di New Orleans, da quelli tradizionali a quelli più moderni: jazz, blues, rag, piano stride, gospel, funk, soul. Infine i granitici Funk Off, che riescono sempre a coniugare spettacolo e buona musica e che, tra l’altro, danno appuntamento alla mezzanotte di Capodanno davanti al sagrato del Duomo per salutare con il pubblico l’arrivo del 2023. Umbria Jazz Winter, inoltre, comincia con il jazz di domani. Il primo concerto del Festival – a ingresso gratuito – è dedicato ai giovani emergenti: sono i vincitori del Conad Jazz Contest (Five Angry Men) che si svolge ogni anno durante l’edizione estiva, e la band costituta dai migliori studenti dei corsi e vincitori dei Berklee Umbria Jazz Awards. In questo contesto può collocarsi la Orchestra Nazionale Jazz Giovani Talenti, diretta da Paolo Damiani, un progetto nato con lo scopo di valorizzare alcuni dei migliori nuovi professionisti della scena jazzistica italiana. Sono giovani ma già affermati perché vincitori del Top Jazz di Musica Jazz. Ancore alcune cose da non dimenticare: i tradizionali cenoni di fine anno al ritmo di jazz; l’altrettanto tradizionale Messa della Pace in Duomo con il Gospel nel primo giorno dell’anno; e ultimo, ma non meno importante il progetto UJ4Kids che Il 29, 30 e 31 dicembre (dalle 10 alle 11.30 circa) alla Sala del Carmine ospiterà iniziative che sono il risultato di attività laboratoriali svolte dalla Scuola Comunale di Musica “Adriano Casasole” con il coinvolgimento delle locali scuole primarie. La mattina del 29 in particolare vedrà anche un simbolico cambio della guardia tra una giovanissima marching band, nata su iniziativa della scuola, e i Funk Off, incontro che avverrà nei pressi di Piazza della Repubblica.
- Claudio Bianconi in Musica
La forma canzone protagonista delle ventinovesima edizione di Umbria Jazz Winter a Orvieto (28 dicembre – 1° gennaio)
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