PERUGIA – Immaginare, scrivere e fotografare o forse nell’ordine fotografare, immaginare e scrivere. Franco Prevignano è tra i fotografi che più di una volta hanno dimostrato che la fotografia tout court gli sta un po’ stretta, forse perché alla base di ogni immagine scattata c’è dietro un mondo ricolmo di luce, taglio, particolari che non esauriscono la miriade di significanti racchiusi in uno scatto, ma che vanno oltre e si alimentano di una vita propria ad arricchire il bagaglio immaginario di chi in quell’immagine include un po’ di se stesso, a volte tutto.
Prevignano di ritorno da un viaggio negli States e dalla residenza di qualche giorno in una cittadina caratteristica quasi ferma nel tempo della nuova frontiera del West, lungo la Route 66, trae spunto per scatenare le propria fantasia e immaginare storie assurde, a loro modo epiche e surreali, di protagonisti a loro volta inventati dal nulla che arricchiscono la storia del rock di ironie e verosimiglianza. Del resto è l’idea della stessa di arte che è nutrita dalla verosimiglianza, quando non sconfina, provocatoriamente nel paradosso e nell’astrazione. C’è insomma molta arte in questa Rock Faces di Franco Prevignano in mostra all’ex chiesa della Misericordia in via Oberdan sino al 7 novembre. Visitarla fa bene alla fantasia, alla fotografia e al rock. Inventato o verosimile che sia.