PERUGIA – Speriamo torni presto. Il respiro artistico, umano, professionale di Stefano Raimondi ha portato buona aria a Perugia nella due giorni organizzata da Cabina di regia, team di professioniste al femminile composto da Chiara Anteri, comunicatrice, Francesca Ciammarughi e Amparo Valencia psicologhe e psicoterapeute, che lo ha visto presentare il suo ultimo lavoro, venerdì 10 febbraio, all’Edicola 518 in centro storico a Perugia, che si intitola “Storie per taccuino piccolo piccolo”.
Ce lo descrive in questo video.
Il giorno successivo, sabato 11 febbraio a Rinoceronte Teatro, ha tenuto il laboratorio di scrittura autobiografica e poesia intitolato “Le parole che ascoltano, la scrittura come traccia di sé”.
Il laboratorio, molto partecipato, ha coinvolto 25 inscritti provenienti da tutta l’Umbria, qualche persona anche da fuori regione, a testimonianza della buona riuscita del progetto proposto da un team affiatato di professioniste al femminile e della qualità del suo conduttore. Durante il laboratorio, Stefano Raimondi ha dato molto valore alla necessità di scegliere accuratamente le parole che ci rappresentano, ha parlato di autenticità e di capacità del linguaggio di permetterci di creare un legame e di relazionarci con quelli che lui definisce “gli altri tu”. Il laboratorio ha anche indagato la possibilità per ciascuno di noi di transitare da una lingua che lui chiama materna (quella che ci viene offerta dalla nascita in poi e che comunque è la nostra base fondante) a una lingua maternale: una lingua propria, un sistema di “parole scelte” che possano rappresentare in modo autentico noi stessi nel mondo e nella relazione con gli altri “tu”, uno sguardo attento, sulla scrittura, come modo per far risaltare dallo sfondo un “accadere “.
Il laboratorio, in parte teorico e in parte pratico, ha dato l’opportunità di mettere in campo giochi ed esercizi che potessero esplorare nuove possibilità in tal senso e creare un gruppo dinamico che potesse confrontarsi per cogliere nuove prospettive e punti di vista. Ogni partecipante ha portato una parte di sé stesso/sé stessa e l’ha messa in condivisione con gli altri per creare un comune terreno di scambio e confronto.
CHI E’ STEFANO RAIMONDI
Nato a Milano nel 1964, è poeta e critico letterario, laureato in Filosofia all’Università degli Studi di Milano. Sue poesie sono apparse in “Almanacco dello Specchio” (Mondadori,
2006) e su “Nuovi Argomenti” (2000; 2004). Ha pubblicato Invernale (Lietocolle, 1999); Una lettura d’anni, in Poesia Contemporanea. Settimo quaderno italiano (Marcos y Marcos, 2001); La città dell’orto (Casagrande, 2002; La vita felice 2021 – Premio Sertoli Salis 2002); Il mare dietro l’autostrada (Lietocolle, 2005); Interni con finestre (La Vita Felice, 2009); Per restare fedeli (Transeuropa, 2013 – Premio Marazza 2013), Soltanto vive. 59 Monologhi (Mimesis, 2016 – Premio Nazionale Franco Enriquez 2017); Il cane di Giacometti (Marcos y Marcos, 2017- Premio Città di Trento 2018 e Premio “Il Ceppo- Pistoia” 2018), Il sogno di Giuseppe (Amos 2019 – Finalista Premio Città di Como 2019 e Città di Fiumicino 2019).
È inoltre autore di saggi come: La ‘Frontiera’ di Vittorio Sereni. Una vicenda poetica
(1935-1941) (Unicopli, 2000); Il male del reticolato. Lo sguardo estremo nella poesia di Vittorio Sereni e René Char (CUEM, 2007); Portatori di silenzio, (Mimesis, 2012) e curatore dei seguenti volumi: Poesia @ Luoghi Esposizioni Connessioni (CUEM, 2002) e [con Gabriele Scaramuzza] La parola in udienza. Paul Celan e George Steiner (CUEM, 2008).
È tra i fondatori della rivista di filosofia “Materiali di estetica” (Università degli Studi di Milano) e fondatore e membro del Comitato scientifico di “Luoghi abbandonati, luoghi ritrovati. Laboratorio permanente sui territori e le comunità”; Università degli Studi di Milano. Tiene corsi di scrittura poetica e filosofia della scrittura in diverse università, associazioni culturali e strutture scolastiche. È membro del consiglio scientifico del Centro Studi e Ricerche sulle Letterature Autobiografiche della LUA di Anghiari. È inoltre tra i fondatori dell’Accademia del Silenzio. Alla Casa Editrice Mimesis dirige le collane: “I quaderni di Anghiari. Strumenti per l’autobiografia” (con Duccio Demetrio) e “Le carte della memoria”.