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La Corsa dei Ceri in slow motion farà il giro del mondo

GUBBIO – Era presente anche la delegazione dal Comune di Gubbio alla conferenza stampa che si è tenuta a Roma,  presso la Camera dei deputati,  per la presentazione dell’evento  internazionale che porterà la ‘Rete delle grandi Macchine a spalla’  in un circuito nell’America Latina, oltre che nell’Europa dell’Est. La conoscenza  e la promozione della ‘Festa dei Ceri’ sarà affidata  alle immagini del  video  ‘Prodigio in slow motion – visibile e invisibile della Corsa dei Ceri a Gubbio”  per la regia di  Francesco Melis, già noto al pubblico eugubino. La produzione del film,   curata  dall’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia, in collaborazione con la ‘Rete delle Grandi Macchine a Spalla Italiane’, patrimonio immateriale dell’Umanità  dal  2013,  rientra  nel piano di valorizzazione  che la comunità eugubina mette in atto come azione collaterale al progetto di estensione di candidatura della Rete delle Macchine ai Ceri di Gubbio.  “Unwritten Structures. Racconti (in)Visibili” è il nome del progetto  espositivo itinerante  che partirà il prossimo 11 giugno  e farà ritorno  ad agosto  2020, in  una trasferta di oltre un anno in cui verranno toccati grandi Paesi e città.  Prima tappa: Cile, a Santiago. La mostra  sbarcherà poi a Buenos Aires, in Argentina, quindi sarà la volta del Messico, con varie tappe. L’itinerario dell’Est Europa prenderà il via invece il 12 novembre dall’Armenia, confinante con quell’Azerbaijan dove a dicembre del 2014 la Rete, a Baku, ha ottenuto il riconoscimento di patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco.  Il progetto, elaborato dall‘Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia, in collaborazione con il Muciv – Museo delle Arti e Tradizioni Popolari, le società Glocal Project Consulting e Openlabcompany, in sinergia con  la  Rete delle grandi Macchine a spalla italiane Patrimonio Unesco, coordinata da Patrizia Nardi,  e con il contributo di curatori, artisti e registi, propone una reinterpretazione  di pratiche e saperi della tradizione italiana, promuovendo una forma avvincente e innovativa di salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, attraverso la sperimentazione di codici multi-espressivi propri dell’arte contemporanea e dell’antropologia dialogica.
 

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