La Candelora in un piccolo dipinto nella chiesa del Castello di poggio a Monterivoso

FERENTILLO – Tradizioni legate alla fede in un territorio senza eguali. Territorio che meriterebbe una attenzione maggiore da parte di tutti specialmente degli enti preposti alla promozione culturale storico artistica e, in questo caso, anche religiosa. Valorizzazione intesa come crescita intellettuale, far conoscere, promuovere e arricchire il bagaglio culturale soprattutto dei residenti. E invece a volte il lucro ne è il padrone assoluto e tanti sforzi e preziose attività di volontariato vengono sminuite per dar precedenza ad interessi di parte  che altro non sono becero mascheramento politico. E si è visto! Ma ritorniamo a noi, a questa ricorrenza, che in ogni parte del mondo celebra la purificazione di Maria Madre di Dio, più comunemente: Candelora. A parte la candelina che verrà benedetta e accesa durante una Solenne cerimonia liturgica in chiesa, l’effige della Vergine, in questa giornata, è il centro vibrante di ogni preghiera e pensiero… La devozione verso le immagini sacre, anche per questa ricorrenza, è il principale messaggio di speranza in un mondo contraddistinto da povertà, esclusione del diverso, disuguaglianze, epidemie, diritti negati, privazione di libertà e minacce di guerre nucleari. Il volto di “Maria Candelora” ci spinge a riflettere su tutto ciò,  è sperare che qualcuno dall’alto ci venga in soccorso: l’ umanità ne ha proprio bisogno oggi più mai. L’occasione della ricorrenza ci porta ad ammirare un piccolo dipinto situato nella singolare e artistica chiesa di Sant’Antonio Abate di Monterivoso.
Aggrappata su un poggio precipite sulla vallata del fosso di Castellone (nella foto), l’edificio è stato restaurato, così anche la rocca del XIII secolo,  sovrastante l’abitato, con la sua torre quadrata e i bastioni cilindrici.
La chiesa risale al XIV secolo, ma rimaneggiata nel corso degli anni (l’impianto anche se rinascimentale, ad unica navata, evidenzia rimaneggiamenti  del XVII secolo). Dopo questa breve premessa, andiamo a conosce il piccolo dipinto che a noi interessa particolarmente in questa giornata. Il dipinto della Madonna col Bambino (nella foto di copertina)   conservato un altarolo è una devozione popolare molto sentita dai monterivosani. Una raffigurazione, che un tempo era incastonata in una piccola macchina processionale a raggiera. L’ opera purtroppo fu trafugata durante i lavori di restauro negli anni 2000 e successivamente ritrovata in pessime condizioni. La cornice attuale però non è originale. Il dipinto, venerato veneratissimo, raffigura il volto della Madonna con il Bambino, di una semplicità e dolcezza unica. Sembra ascoltare il dialogo tra la Madre e il Figlio. La Vergine è coperta da un manto azzurro, tunica paonazza; il Bambino aggrappato con la mano sinistra al bordo del vestito, sfiora con la piccola guancia quella della Mamma; i due dialogano con gli occhi, si ammirano, il Bambino cerca protezione in quel volto rassicurante. L’opera  probabilmente eseguita verso la fine del XVI secolo, evidenza uno stile umbro abruzzese, riconoscibile nei tratti somatici della Vergine, (una somiglianza con un altro dipinto di uguale soggetto presso la chiesa di Sant’ Antonio abate alla frazione di Macenano). La cornice del piccolo dipinto poggia sulla macchina processionale lignea, mentre il cartaio in legno, con bordatura dorata, posto nella parte anteriore centrale della base,  reca la scritta MATER BONI CONSILII in originale.
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Carlo Favetti: Nato a Ferentillo, ho pubblicato saggi d'arte, volumi di storia e libri di poesie. Ho collaborato con il Corriere dell'Umbria dal 1998 al 2010 e poi con il Il Giornale dell'Umbria. Nel 1993 ho fondato l'associazione culturale Alberico I Cybo Malaspina.