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L’ abbazia di Sant’Eutizio sfregiata dal terremoto e la tela del Pomarancio del 1602

PRECI – Il terremoto ha sfregiato uno dei monumenti più singolari e importanti sotto vari aspetti della nostra regione Umbria: l’abbazia e il complesso monastico di Sant’ Eutizio di Preci in Val Castoriana (nella foto di copertina è evidente la devastazione provocata dal sisma). Sant’Eutizio e’ un libro aperto, una sovrapposizione di stili di tutti i tempi. Molti arredi e suppellettili, in parte distrutte e in parte al museo diocesano di Spoleto ci parlano di esso. Questi ultimi testimoniano il valore e la ricchezza che hanno distinto l’insigne monumento. Ma andiamo con ordine a varie tappe di secoli e dominazioni. Iniziamo con la testimonianza longobarda. Qui il pluteo della fontana e frammenti scolpiti, le colonne monolitiche arenarie della cripta. Del periodo romanico invece e’ il portale del 1190 e il rosone sullo stile umbro, abbellito da colonnine,  ai quattro lati dai simboli degli evangelisti (anno 1236).

Il primo chiostro fu abbellito nel XIV secolo, mentre, vicino alla porta di accesso l’ antica ara pagana funge da altare. Sulla lunetta del portale e’ scritto: “umile abate Teodino, fu primo in quest’ opera. Quelli che qui passano preghino incessantemente Dio per lui. La sua anima sia benedetta da Dio. L’ anno millesimo centesimo novantesimo. Mastro Pietro fece il portale mentre era Priore Giovanni” (A. Fabbi). Nel 1375 la chiesa fu ampliata sia in lunghezza sia con l’innalzamento del presbiterio e abside poligonale con costoloni sullo stile gotico. Nel 1450 l’interno fu abbellito dal coro in stile gotico e una Croce dipinta da Nicolo’ da Siena. Un tempo nella sacrestia c’era un polittico, ora al museo diocesano. Nel 1514 l’abate Polidoro Scaramellotti di Preci, ordinò, e fece realizzare nel coro il monumento in pietra (sullo stile di Rocco da Vicenza) contenente le reliquie dei SS. Eutizio e Spes. Il coro ligneo fu realizzato invece da artigiani locali nel 1519. Il reliquiario del Santo conservato al museo diocesano risale al 1544. L’ abate Crescenzi apporto’ ricchezza di reliquiari e opere d’arte di grande pregio.

Abbazia di Sant’Eutizio a Preci, tela del Pomarancio 1602

Interessante una tela del Pomarancio (al museo diocesano di Spoleto) del 1602 raffigurante una Crocifissione tra due angeli e tra i SS. Eutizio e Spes. Oltre al Crocifisso  di Nicolo’ da Siena, questo dipinto è di grande pregio e vale la pena parlarne magari per sommi capi. Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio nasce a Pomarance provincia di Pisa  8 settembre del 1552 morirà a Roma nel 1626. Allievo di Niccolo’ Circigliani dal quale derivo’ il nome. Il suo stile, puro del manierismo toscano e il naturalismo caravaggesco. Dipinse affreschi nella sala vecchia del Quirinale; in Santa Maria in Aracoeli; in Sant’ Andrea della Valle; nel transetto in San Giovanni in Laterano attorno al 1600. Inoltre dipinse a palazzo Crescenzi e Mattei nel 1603. A lui si riferiscono i dipinti alla sala del tesoro presso la sacrestia nella basilica della Santa Casa di Loreto. Ora passiamo a conoscere la tela della Crocifissione. Il dipinto su tela,  del 1602, un tempo era nell’ abbazia di Sant’Eutizio. Raffigura il Cristo in croce, una delle tante sue ripetizioni di soggetto, presenti nelle chiese del comprensorio:.. Abeto ecc. Qui il Crocifisso ha nei lati, due angeli in volo, mentre ai piedi della croce, stanno i Santi Eutizio e Spes con piviale riccamente decorato.

Particolari della tela del  Pomarancio: qui Sant’Eutizio  e in basso Santo Spes

 

I Santi reggono in mano, ognuno un artistico pastorale. Bellissimi i volti dei due santi, buona la resa dei colori, ottima la fattura soprattutto del drappeggio dei camici. Insomma anche in questa opera, emerge un Pomarancio manierista con una eccellente dose di naturalismo caravaggesco, qualità non comune agli artisti operanti nel periodo.

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