“IV Millennio” di Fausto Segoni, quando la storiografia dialoga con il contemporaneo

TERNI – Sabato 29 maggio alle 18 presso il Museo Archeologico del Caos, apre la mostra “IV Millennio” dell’artista Fausto Segoni, a cura di Franco Profili e Davide Silvioli. Si tratta di un intervento site specific che nasce dall’innesto con il progetto Migrazioni iniziato dieci anni fa in questi ambienti. “Mostra dopo mostra, gli spazi del Museo hanno risposto in modo inaspettato al confronto con il contemporaneo, da una parte dettando regole e comportamenti di un confronto che ogni artista ha affrontato con profondo rispetto e risolto con la propria sensibilità, dall’altra offrendo una imprevista apertura anche a confronto degli interventi di artisti che per linguaggio e forme sembravano, almeno sulla carta, poter essere più problematici da gestire. Ad ogni sfida, sempre diversa dalla precedente e dalla successiva, il Museo è uscito arricchito dal confronto con la contemporaneità e, confessiamo, non poche volte abbiamo avuto l’ardire di pensare che non sarebbe stata una follia l’ipotesi di un lascito in permanenza all’interno del suo percorso espositivo di alcune delle opere contemporanee esposte nelle mostre temporanee” scrive Franco Profili.

La mostra di Segoni restituisce una ricostruzione storica dell’antropizzazione della nostra regione, una ricerca che affonda le sue radici fin nei primissimi insediamenti tribali, cercando di fare luce nella protostoria e passando per le invasioni dell’alto e basso Medioevo. Eventi che hanno finito per stratificare l’identità locale, italica, europea e occidentale, spesso trascurata e dimenticata. “La revisione delle culture preromane, appenniniche e dell’Italia Centrale, di cui il Museo Archeologico di Terni custodisce importanti testimonianze, costituisce il punto di partenza dell’indagine dell’artista, nonché la ragione per delineare un parallelismo, una contaminazione, fra l’antichità e il presente storico” sottolinea Davide Silvioli. Una ricerca che si inserisce naturalmente negli spazi del Museo Archeologico, dove Segoni imposta una connessione fra la storiografia e l’estetica contemporanea.

 

Sara Costanzi

 

 

 

Redazione Vivo Umbria: