Itinerari: Vallo di Nera e la vicenda delle monache a Santa Caterina
VALLO DI NERA – Il centro storico di questo bellissimo borgo medievale annovera un luogo singolare ricco di storia e spiritualità, destinato, attraverso gli anni al degrado e al crollo, invece grazie alla politica intelligente degli amministratori, da qualche tempo, e’ stato recuperato e ritornato a svolgere la sua attività volta ad accresce i interesse per la cultura e la tradizione popolare locale. Il luogo e’ l’antica chiesa di Santa Caterina, nei secoli passati anche convento femminile, e oggi, funge anche da Auditorium. Ci faremo scudo, riguardo alle informazioni con la pubblicazione ,”Vallo di Nera e il suo territorio”, (storia, arte, ambiente, edito dal comune nel 1994).
Il 14 giugno del 1712 il Vescovo di Spoleto Lascaris visitò il castello di Vallo. Il monastero era stato già chiuso nel XVII secolo. La documentazione che trattava di questo complesso era nell’ archivio del comune. La chiesa e il monastero erano stati costruiti sul terreno di proprietà della famiglia Pietro Blasi alla quale dette un contributo anche l’Universita di Vallo. Siamo attorno al 1354.
Altri documenti attestano che l’edificio fu destinato ad accogliere ragazze che volevano entrare nel terzo Ordine Francescano senza clausura. La chiesa, pero essendo costruita dentro il castello, appartenne al Capitolo Lateranense. Nel 1483, essendo rimaste poche monache, il monastero fu associato a quello di Spello.
Il Vescovo De Lunel nel 1572, riferisce che in questo monastero erano presenti sette monache le quali si professavano benedettine. Il De Lunel noto’ che le “poverette” erano ignoranti, tanto che il vescovo dubito’ che fossero ligie alla regola. Queste monache, secondo lo scritto del Lunel, facevano i voti dopo un anno di presenza al monastero, e la consacrazione avveniva tramite un sacerdote di indubbia regolarità, che della regola ne sapeva meno di loro. Vestivano abiti simili, avevano una vita semicomune integrando col proprio lavoro le poche rendite della casa. Inotre il Lunel venne a sapere che le monache spesso uscivano per qualsiasi pretesto e occasione e, incalzate dal Vescovo, risposero che erano pronte ad accettare la clausura in qualsiasi momento purché si fosse provveduto al loro sostentamento, inquando, se non provvedevano con loro lavoro sarebbero morte di fame. Queste monache, non svolgevano l’obbligo di coro inquanto tutte erano analfabeta, ma recitavano a loro discrezione il Pater Noster e l’ Ave Mariae. Una di queste monache viveva in una camera del monastero come reclusa, tipo quelle del XIII secolo. Il Vescovo, visto tutto ciò, era propenso a rimandarle ogniuna alla propria casa e diete disposizione che fosse ripristinata la clausura. Ma nel 1615, il Cardinale Barberini, nella sua visita trovo ancora questo monastero senza clausura; era rimasta solo una monaca vecchia e malata e di conseguenza decretò la soppressione del monastero e assegno i proventi al Seminario diocesano con l’obbligo di ospitare gratuitamente un seminarista originario di Vallo. Nel 1711 la chiesa e il monastero, ormai in rovina, per non spendere risorse per la sistemazione, Il Vescovo dono’ il tutto a don Loreto Santini di Vallo. Successivamente, tutto fu trasferito alla famiglia Gentiloni che hanno usato la chiesa come oratorio privato. Del convento romangono soltanto alcuni muri; la chiesa e’ stata adibita anche ad Hauditorium. L’ edificio si presenta come struttura architettonica semplice, facciata a capanna portale in stile rinascimentale, oculo e campanile a vela spostato sulla destra con due fornici sovrapposte con campane. L’ interno si presenta con unica navata, copertura a caprigliate, un solo altare con grande tela in ricca cornice con motivi fitomorfi. Nel dipinto sono raffigurate le nozze mistiche di Santa Caterina con la Madonna e i Santi Pietro, Paolo, Nicola da Tolentino, Giovannino. Il dipinto e’ una copia di un originale del XVII sec.
La parete di fondo e’ affrescata con un dipinto del XV secolo raffigurante la Madonna e Santa Caterina. Altri frammentari affreschi si posso notare lungo la parete di destra. Il paliotto dell’altare e’ decorato con motivi floreali, presenta figurati anche l’ Immacolata Concezione, Santa Caterina, San Nicola da Tolentino. Ecco in sintesi la storia del complesso di Santa Caterina, una storia assai singolare, non solo per le vicende legate alle monache, ma anche sulla sorte dell’ edificio che oggi, dopo il recupero, si presenta con tutto il suo splendore. Funge anche da piccolo Teatro dove si possono svolgere interessanti incontri culturali, conferenze eventi di prestigio.
Visitate Vallo di Nera, e’ una gioia che ritempra il corpo e lo spirito!
Carlo Favetti: Nato a Ferentillo, ho pubblicato saggi d'arte, volumi di storia e libri di poesie. Ho collaborato con il Corriere dell'Umbria dal 1998 al 2010 e poi con il Il Giornale dell'Umbria. Nel 1993 ho fondato l'associazione culturale Alberico I Cybo Malaspina.