La notizia c’è tutta: la visita del presidente Xi Jinping in Italia ha concretamente portato alla sigla di alcuni importanti memorandum per lotta al traffico illecito di opere d’arte e la valorizzazione di 107 siti Unesco che riguardano Cina e Bel Paese.
Venerdì ironizzavamo con “Fusse che fusse la vorta bbona” sul fatto che l’Italia ha concretamente dato segno della sua volontà di lotta al mercato nero restituendo ai cinesi 796 reperti archeologici sottratti illegalmente e messi in vendita a Roncadelle, in provincia di Brescia. Contrapponevamo a ciò, il sostanziale silenzio di Paesi a noi Alleati, europei, d’oltre Manica e oltre Oceano che, invece, dei bottini di guerra che hanno fatto nei secoli nei nostri confronti, non danno sostanzialmente segno né conto.
Tant’è, il vertice italo-cinese ha portato sconquassi politici e diplomatici che solo nei prossimi giorni potremo valutare nella loro esatta entità. Nel frattempo ci occupiamo dei risvolti legati ai rapporti culturali tra i due Stati che nascono da questo contatto ravvicinato. E allora ecco i tre punti essenziali dell’accordo: contrasto al traffico illecito di opere d’arte e scavi clandestini, migliore fruizione dei siti Unesco in Italia e in Cina e due gemellaggi: uno tra le città di Verona e Hangzhou; l’altro tra i paesaggi vitivinicoli del Piemonte e in terrazzamenti del Riso di dello Yunnan.
L’intesa tra il ministro per i Beni e le attività culturali Alberto Bonisoli e l’omologo cinese, Luo Shugang prevede anche l’istituzione di un gruppo di lavoro comune. Sarà composto dal segretario generale del Mibac, dal personale del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e dal direttore generale del dipartimento Affari esteri dell’amministrazione nazionale per il patrimonio culturale della Repubblica Popolare Cinese (NCHA). Questo dovrebbe concretamente portare a una nuova stagione nei rapporti bilaterali e favorire l’attività di formazione nella catalogazione, nel monitoraggio dei mercati, nelle esportazione dei rispettivi beni culturali e nello scambio di informazioni per una cooperazione internazionale di polizia.
Capitolo a sé merita la questione relativa ai siti Unesco. Protagonisti la sottosegretaria per i Beni culturali Lucia Borgonzoni e il direttore generale dell’amministrazione nazionale per il Patrimonio Culturale della Repubblica Popolare cinese Liu Yuzhu. Entrambi i Paesi contano, infatti, 107 siti Unesco su 1.092 iscritti nell’Heritage List: 54 si trovano in Italia, 53 in Cina. Non a caso, in questa cornice, si inseriscono anche il gemellaggio tra la città di Verona e la città di Hangzhou e quello fra l’associazione per il patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, del Piemonte, e il comitato di gestione per il Patrimonio dei “Terrazzamenti del Riso di Honghe Hani” della contea dello Yunnan. Un primo inizio per futuri tuor e viaggi culturali facilmente ipotizzabili.
Infine Alberto Bonisoli ha spiegato: “Nel 2020 ricade il Cinquantesimo anniversario dell’avvio delle relazioni diplomatiche tra i nostri Paesi. Sarà l’anno del gemellaggio culturale tra Italia-Cina. Contiamo di avviare collaborazioni in diversi campi: dalla musica all’arte contemporanea, dal design alla gestione del paesaggio, ma anche nella formazione”.
Cina sempre più vicina. E i vicini?