Isuc commissariato: intervista al presidente Mario Tosti e considerazioni personali

Mario Tosti

La notizia è che l’Istituto per la storia dell’Umbria Contemporanea è stato commissariato e che continua a regnare l’incertezza, da mesi, sul suo futuro. Concretamente vuole anche dire scadenza contrattuale di sei collaboratori  co.co.co. avvenuta il 30 novembre 2019.
Il provvedimento è stato preso  dalla giunta regionale Tesei in virtù dell’imminente scadenza degli organi di governo dell’Isuc e alla luce del percorso di riorganizzazione e razionalizzazione del sistema degli enti regionali, come stabilito dell’attuale legge di bilancio della Regione Umbria. L’Istituto ha, a sua volta, una storia importante. Mosse i primi passi nel 1974 per poi strutturarsi nel 1976 su pronunciamento del Consiglio regionale. All’epoca, a  capo dell’Istituto, fu nominata in qualità di presidente Fiorella Bartoccini. Sarà che è stata la professoressa con la quale mi sono laureto in Storia del Risorgimento, certo è che all’attività dell’Isuc ho sempre guardato con molto interesse anche nel corso dell’attività di giornalista rivolgendomi ai ricercatori dell’Istituto che di volta in volta contribuivano con i loro studi ad approfondire argomenti che trattavamo sul giornale per aiutarci a comprendere e rispondere a interrogativi di grande attualità sul passato recente della nostra regione. E sulle sue prospettive. Voglio dire che ho provato sul campo che è un patrimonio comune che a mio giudizio va preservato.  Così, con uno stato d’animo preoccupato, ho intervistato il presidente, di fatto dimissionato, Mario Tosti, professore ordinario di Storia Moderna nell’Ateneo di Perugia, per cercare di capire cosa accadrà dell’Isuc. Cominciando dai suoi collaboratori.
Il professore Mario Tosti

“Ci sono sei ricercatori a cui da cinque mesi è scaduto il contratto. Sono loro quelli che al momento, dal punto di vista occupazionale, cercano risposte dalla Regione per il loro futuro. Voglio sottolineare che ciò nonostante hanno continuato il loro prezioso supporto alle iniziative legate all’attività didattica formativa e di ricerca accettando  incarichi di prestazione occasionale, anch’essi oramai di prossima scadenza, per continuare le ricerche previste dal programma di attività”.
Attività che riguardano l’attualità e hanno riguardato il recente passato?
“La storia di questa regione: dal voto alle donne, alle elezioni 1946-1948; dalla storia economica e sociale, al calendario civile; dagli archivi dei partiti, all’attività e ai riverberi sulla nostra comunità dei movimenti politici e sindacali, di destra e di sinistrafino al nuovo orizzonte della Public History “.
L’importanza di conoscere il nostro passato…
“Che è presente: grazie al contributo di questi nostri studiosi, nel sito dell’Istituto c’è una sezione che riguarda la  “spagnola” del 1918, con la segnalazione di alcune ricerche locali e nazionali sulle conseguenze che l’influenza determinò. E come se ne uscì”.
Tra l’altro in vista c’è il 25 aprile.
“Stiamo predisponendo un lavoro legato al 75° anniversario della Liberazione, in collaborazione con l’Istituto Nazionale Ferruccio Parri, e la rete nazionale degli istituti, dal titolo Raccontiamo la Resistenza! Una commemorazione virtuale (e virtuosa) del 25 aprile”.
A proposito di lotte partigiane: ci potrebbero essere motivazioni, per così dire, ideologiche e politiche che potrebbero avere il loro peso sul nuovo Isuc?
“Premetto che da un punto di vista formale il commissariamento è cosa coerente all’indirizzo della precedente Giunta Marini che si pronunciò sulla volontà di un riassetto di vari istituti: dall’Agenzia Regionale Umbra, Aur, al Centro per la documentazione e la ricerca antropologica in Valnerina, Cedrav, al Centro di Studi giuridici e politici, fino a Villa Umbra e lo stesso Isuc”.
Questo è l’aspetto formale, quello di indirizzo?
“La storia e i fatti tali restano. Vanno indagati, compresi, analizzati se si ritiene possano essere utili alla identità di una collettività, di un territorio, di una regione”.
Ha avuto contatti con i nuovi interlocutori di Palazzo Donini?
“Ho mandato una informativa e la richiesta di un incontro al presidente dell’assemblea legislativa Marco Squarta ma, al momento, le problematiche che hanno la precedenza sul tavolo regionale sono evidentemente altre. Auspico però che ci sia la possibilità di un incontro, questo sì “.
Lei ritiene che il suo mandato di presidente sia finito?
“Le assicuro che la questione personale è l’ultima cosa che mi interessa. Sono lusingato del mandato che mi è stato affidato in questi anni  e che ho cercato di svolgere al meglio fino a qui potendo contare sul supporto di colleghi preparatissimi e motivati. Per questo motivo penso piuttosto al futuro dell’Istituto e a chi cerca risposte occupazionali urgenti. Per il resto ritengo che l’Umbria ha con l’Isuc l’opportunità di indagare ancora sulla propria storia approfondendo aspetti tuttora poco conosciuti  “.
L’intervista finisce qui.
Una riflessione finale e personale, dunque destinata solo a chi avrà voglia e tempo di leggerla.  Al di là dell’illuminante certezza … dell’illuminista Voltaire per cui il Sacro romano impero non fu né sacro, né Romano, né un impero (per la serie impariamo a leggere la storia come si deve), è stata una riflessione di Italo Calvino a rimanermi sempre impressa: “Forse non farò cose importanti ma la storia è fatta anche di piccoli gesti anonimi”. Da qui la mia passione da studente universitario per la storia, poi per il giornalismo cosiddetto locale fatto di tante piccole vicende quotidiane andate comunque in un archivio da consultare. Prosegue ora, come direttore di Vivo Umbria. E come cittadino. Per questo penso, e spero assieme a molti altri con me, che dell’Isuc abbiamo ancora bisogno.
Riccardo Regi: Direttore di Vivo Umbria, Perugino, laureato in Lettere, giornalista professionista dal 1990, vice direttore dei Corrieri Umbria, Arezzo, Siena, Viterbo, Rieti per 18 anni.