Intervista a Teho Teardo che stasera con Elio Germano porta Céline alla Rocca di Assisi

ASSISI – Per AssisiOnLive-Suoni Controvento stasera sabato 29 agosto alla Rocca Maggiore Elio Germano e Teho Teardo che porteranno in scena “Viaggio al termine della notte di Louis-Ferdinand Céline. Avvalendosi della straordinaria sensibilità interpretativa di Elio Germano, Teardo ripercorre musicalmente alcuni frammenti del “Viaggio” restituendo, in una partitura inedita, la disperazione grottesca di questo capolavoro di scrittura.

Teho Teardo

Il “Viaggio al termine della notte” di Céline in forma rinnovata in testi e musica. In che modo?
“Non c’è un modo. E meno male che non c’è. Non c’è una pratica di aggiornamento e di evoluzione dello spettacolo, ma è qualcosa che cresce con lo spettacolo e che cambia continuamente. Lo facciamo da undici anni questo spettacolo e abbiamo sentito spesso l’esigenza di cambiarlo e modificarlo”.
Un work in progress, quindi?
“Certo. C’è qualcosa di fortemente lacerante e deflagrante nel testo di Céline che se lo ripetessimo in continuazione senza spostarsi nel testo e nella musica, finirebbe per essere così potente che diventerebbe una sorta di intrattenimento. Ovviamente non ho nulla contro l’intrattenimento, però il nostro è un altro tipo di rapporto con Céline”.
Quindi c’è questa ibridazione, questa commistione tra archi, chitarra e live electronics. In quale ottica Theo Teardo guarda e musica la figura molto controversa di Céline?
“Mi piace la sua disillusione nei confronti del consorzio umano. E’ quello sguardo disincantato e con poca fiducia nell’essere umano e riguarda prima di tutto se stesso, quindi come lui guarda il mondo. E non è uno sguardo distaccato, superiore rispetto al mondo. Penso che sia importante notare come Céline si metta esattamente allo stesso livello di chi sta guardando. Non porta giudizio, caso mai il primo ad essere giudicato è lui e giudica sé stesso all’interno di tutto ciò”.
E come tradurre tutto questo in musica?
“Non c’è una tecnica, si tratta di capire come il suono possa raccontare delle sensazioni. Il tratto di unione del suono è dato anche dal rapporto con la voce di Elio e la voce porta al testo ma ha anche un suono, e all’interno della voce di Elio e all’interno del suono della musica c’è un punto di contatto, che non è mai lo stesso, che cambia. Sentiamo che in qualche modo ci stiamo spostando all’interno del testo, quindi dobbiamo muoverci diversamente e fare altro. E’ una sorta di appuntamento che ci diamo e ci siamo resi conto che non potremo mai ritrovarci nello stesso luogo e dovremo ogni volta cercarlo assieme. E l’aspetto interessante che è un aspetto estremamente musicale anche per quanto riguarda la partecipazione di Elio Germano in questo progetto: è una connessione musicale. Io stesso sento Elio come un musicista che sta suonando con me”.
Nichilismo in contrapposizione al pacifismo, da un lato Céline era smaliziato e con una netta sfiducia nel genere umano, in contrapposizione a un’idea di pacifismo che ha sempre ribadito, nonostante il suo negazionismo, il suo antisemitismo.
“Il profilo di Céline è estremamente complesso, contraddittorio, mutevole, ed è anche difficile collocare “Il Viaggio al termine della notte” all’interno di un solo sguardo, sentimento, di una sola idea. Il libro comprende molti anni della vita con contraddizioni molto forti e in più è un’epoca che noi non abbiamo vissuto e non conosciamo. Céline stava in mezzo ai poveracci e guardava il mondo soprattutto dal punto di vista dei disperati. Per me quello rimane un punto di osservazione importante che mi racconta e che mi restituisce cose di un’epoca a cui non ho avuto modo di partecipare perché sono nato molto dopo. Io lo vedo come qualcuno che manda segnali in una sorta di al di là del tempo e tutto questo è una forma di ricchezza estrema di significati che portati su un palco fanno sì che noi riusciamo a portare in giro lo spettacolo da una dozzina d’anni e trovare ogni volta nuove motivazioni”.
“Il passato è una terra straniera”, tratto dal libro di Carofiglio, è il film nel quale vi siete incontrati lei e Germano. Tra voi c’è stata subito intesa?
“immediatamente, tanto che abbiamo scritto una canzone insieme per i titoli di coda del film. Lì ho sentito una forte predisposizione dal punto di vista musicale di Elio che è stato piacevole approfondire oltre alla nostra conoscenza e la grande amicizia che c’è da molti anni”.
“Diaz” è l’altro film che vi vede insieme: sembra che ci sia un altro punto di contatto che vi accumuna che è il netto rifiuto della violenza…
“Nel viaggio al termine della notte c’è una forte attenzione per la parte del libro che tocca la guerra, con la follia, la stupidità e l’idiozia della guerra. L’idiozia dell’uomo nel ritornare esattamente nelle stesse dinamiche. Tutto questo è esattamente l’opposto della violenza. Abbiamo indagato in modo molto determinato tutto l’aspetto della follia della guerra”.
Che dire al pubblico umbro alla vigilia di questo concerto parlato?
“Che c’è qualcosa che nella storia tende a ripetersi e finché non ci fermiamo a riflettere e a renderci conto che siamo parte del meccanismo che determina questa ripetizione che comincia con la discriminazione, con il giudizio, con l’eliminazione e quindi con la violenza e la guerra. Dobbiamo cercare di fare attenzione di non far parte di questo meccanismo che inevitabilmente l’uomo tende a riproporre”. 
 

Claudio Bianconi: Arte, cultura, ma soprattutto musica sono tra i miei argomenti preferiti. Ho frequentato il Dams (Scienze e Tecnologie delle Arti, dello Spettacolo e del Cinema). Tra i miei altri interessi figurano filosofia; psicologia archetipica; antropologia ed etnologia; fotografia-video; grafica, fumetti, architettura; viaggi.