Geniale. Fare della filosofia materia della quale si può persino ridere. E, dopo che hai riso, lasciarti parecchio da pensare. Si chiama Stand up philosophy. A inventarla è stato Rick Dufer, tradotto Riccardo Dal Ferro che già la dice lunga su molto se non su tutto, protagonista alla sala dei Notari di Perugia domani, venerdì 10 marzo, per Tourné dello spettacolo “Vite di Spinoza”.
L’occasione giusta per parlare, come siamo soliti fare di questo e altro, con questo filosofo e divulgatore che con il suo il podcast “Daily Cogito” ha raggiunto i 2 milioni di ascoltatori e che, proprio per questa sua raffinata capacità di interfacciarsi con i media di nuova generazione, fu invitato da Umberto Eco, nel 2016, al Festival della Comunicazione di Camogli dove tenne una conferenza dal titolo “Divulgo Ergo Sum”.
“Vite di Spinoza”. Tradotto?
“E’ uno spettacolo che unisce filosofia e satira. Amo far ridere usando idee anche molto serie”.
Perché proprio Spinoza?
“Perché ha prodotto un pensiero eretico, ha parlato di libertà, di Dio, della mente e del corpo. E’ stato uno scomunicato che pure ha mostrato una fede indefessa. Il suo spirito è sopravvissuto oltre il tempo e lo spazio, incarnandosi in corpi e menti tra le più disparate. Scrittori, scienziati, filosofi, ma anche inventori, alieni e chi più ne ha più ne metta”.
Oggi, Spinoza, dove lo ritroviamo?
“Intorno a noi perché il pensiero e le idee riescono a valicare quei confini che i nostri corpi non sanno superare. Possiamo trovarlo dove meno ce l’aspettiamo”.
Lo scopo della sua stand up philosophy?
“Riuscire a raccontare idee molto complicate suscitando anche una risata. Sentire ridere le persone parlando della morte mi riempie di gioia e felicità. Quindi la stan up philosophy, per come la intendo io, propone spettacoli in cui si ride ma poi danno spunti di riflessione da portare a casa”.
Da dove nasce il suo amore per una disciplina affascinante ma al tempo stesso molto ostica come la filosofia?
“Avevo 14 anni e nella libreria di mio cognato mi sono imbattuto in un libro scritto da un autore dal nome strano: Nietzsche. Il libro? ‘Al di là del bene e del male’. Non ci ho capito niente. Mi sono arrabbiato e ho iniziato da lì. Dunque posso dire che il mio amore per la filosofia è nato per una manifesta ignoranza”.
Manifesta ignoranza che, se riconosciuta, è di per sé una gran bella filosofia di vita…
“Mi incuriosisco laddove mi accorgo della mia ignoranza”.
Fenomeno ‘Daily Cogito’: milioni di spettatori: un guru. Come ci si sente?
“Ho la fortuna di lavorare con le mie idee. Ogni giorno ho molte cose da dire e quindi mi trovo a scegliere fra tre, quattro argomenti e il cogito nasce da una necessità; un pensiero al giorno, di fatto per me, è troppo poco”.
Nei suoi famosi podcast lei dà un avvertimento agli zombie. Chi sono?
“Facile dire gli altri, quelli che non la pensano come te. Invece io penso che dentro di noi ci siano delle zone ‘zombificate’. La filosofia ci insegna di partire dalla propria ignoranza per accorgersi di cosa hai zombificato. Il mio libro ‘Seneca tra gli zombie’ nasce da qui”.
Che fare quando trovi lo zombie che è in te?
“Lo devi sbloccare partendo dal presupposto che la filosofia è principalmente un atto di accusa contro di te, prima che contro l’altro. Non puoi ignorarlo. Devi incuriosirti, studiare, migliorare nel modo in cui rifletti”.
Lei è il teorico del bispensiero. Ovvero?
“Il concetto è stato teorizzato da Orwell nel suo libro ‘1984’. Consiste nella capacità di pensare due cose contraddittorie senza accorgersi della contraddizione”.
Non semplice…
“E’ pensare che il Riccardo con cui sto parlando sia una persona simpatica e poi al tempo stesso che sia un perfetto stronzo e non accorgermi che queste due cose non possano coesistere. E’ non accorgersi che sei caduto in contraddizione. Cosa molto presente al giorno d’oggi”.
Concetto che lei ha usato di recente per ciò che riguarda la pace nella guerra in Ucraina…
“Già, perché da un lato la pace la possiamo raggiungere con la resa dell’Ucraina ma mi stai dicendo, così, che la devi dare vinta all’aggressore che contraddittorio di per sé: esempio di bispensiero”.
Ripensare all’invito che ha ricevuto da Umberto Eco a partecipare a un congresso sulla comunicazione che effetto le fa oggi?
“E’ una delle cose che ricordo con maggiore gioia. Avevo aperto da pochissimo quel canale youtube; quella sua mail con l’invito è stato il riconoscimento massimo del mio lavoro. Una grande gioia”.
Multimedialità: cosa c’è di buono e cosa meno?
“Ho un rapporto profondo con il web. Sono un positivista dei social per la capacità che hanno di creare masse critiche rilevanti; dall’altra parte le piattaforme aumentano il rumore e diventa difficile orientarsi”.
Che fare?
“Come diceva Spinoza, emendare. Ripulirsi dal superfluo. Ho interesse in questo, non su quello che mi propone l’algoritmo”.
Il filosofo dei filosofi per eccellenza chi è?
“A prescindere dallo spettacolo, Spinoza perché è il coraggio di dire quello che pensi dopo averci a lungo riflettuto. Anche se è scomodo”.
Crede sia vero che Socrate abbia detto l’unica cosa che so è di non sapere?
“Ce lo ha detto Platone. Non c’è motivo di dubitarne”.