SPOLETO – “I migliori danni della nostra vita” è il titolo dello spettacolo che Marco Travaglio, giornalista, saggista e opinionista italiano, porta in scena da qualche anno e che, arrivato alla terza stagione, affronta nel consueto stile satirico, le principali tematiche degli ultimi cinque anni di storia italiana. Stasera, 17 gennaio, alle ore 21, Travaglio sarà al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti di Spoleto per animare il suo monologo.
– I migliori danni della nostra vita, parafrasando Renato Zero, ironizza sul titolo della canzone che è I migliori anni della nostra vita in realtà, parte da una teoria, vale a dire che gli italiani ogni volta che hanno espresso la voglia e il desiderio di un cambiamento in realtà sono stati stroncati?
O votate gente che promette il cambiamento e poi vi dà la restaurazione, vedi Renzi, Berlusconi, Meloni. Oppure non votate, disillusi come siete. E gli italiani per la stragrande maggioranza hanno scelto quest’ultima soluzione. In effetti gli italiani sono seduti in gran parte.
– Eppure gli indicatori economici come sostiene Giorgia Meloni farebbero pensare un’Italia protagonista in Europa, o mi sbaglio?
Allineata alle politiche di ritorno all’austerità, un’Italia che firma il patto di stabilità che ci condanna ogni anno a partire da meno di 13 miliardi, queste leggi finanziarie fatte coi fichi secchi senza soldi e soprattutto sulla guerra prona a 90 gradi, proprio alla grande come già i tempi di Draghi tutti ritengono e poi in Europa Orban prova a chiamare Putin, Scholz prova a chiamare Putin, Fico quello della Slovacchia, prova a chiamare, poi vengono scomunicati, Trump prova a chiamare Putin, scomunicato anche lui, ma come pensano di negoziare con Putin? Per telepatia? Senza parlarci? Non ho capito, quindi noi siamo pronti a continuare a buttare soldi per una guerra persa perché dobbiamo salvare la faccia? Vedo che la Meloni certamente è il premier più forte in Europa, anche per la scomparsa degli altri, sono scomparsi i francesi, scomparsi i tedeschi, ma che uso sta facendo di questo momentaneo momento di solitudine di forza? Un uso pessimo, nel senso che non lo sta facendo valere su nessuna battaglia che interessa gli italiani.
– Ma questo governo non lo salviamo neanche in occasione della liberazione di Cecilia Sala?
Vedete che non siamo solo noi ad arrestare la gente innocente, lo fanno anche gli italiani su ordine degli americani.
– Mentre con gli Stati Uniti flirtiamo comunque sia a sinistra che a destra, sia con Biden che con Trump, ma addirittura anche con Musk…
Quella è l’altra meravigliosa barzelletta del sovranismo italiano. Dov’è il sovranismo? C’è il suo sovranismo, una sovranità limitata, tant’è che ha detto di no agli americani, gli americani poi hanno fatto in modo che chi aveva detto di no quando è arrivato Biden saltasse, quindi ci fu certamente una pressione anche internazionale oltre che interna nel Conticidio. La Meloni lo sa benissimo che con la sua storia con gli americani è sempre stata, se non antisemita, almeno antisraeliana. Quindi lei si è portata avanti ed è diventata filo Biden, prima ancora di vincere le elezioni. E finché rimane filo Biden, lei tranquillamente, senza nemmeno notare che Biden e Trump sono opposti, continua a essere filoamericana anche se la linea americana è l’opposto rispetto a quella di prima.
– Però almeno possiamo dire che si è rotto quel filo diretto con la Russia che era stato annodato con Salvini, Berlusconi eccetera…
E la Meloni stessa, basta leggere il suo libro Sono Giorgia per rendersi conto di quanto era dalla parte della Russia di Putin. Era sbagliato all’epoca ed è sbagliato adesso, perché non bisogna essere ammiratori di Putin. Putin è un autocrate, non si tratta di ammirarlo, ha invaso con un’operazione criminale l’Ucraina, si tratta di rendersi conto che Putin è lì, Putin non lo si può scalzare e quindi come tutti i grandi capi del mondo, trattandoci visto che non lo si può far cadere e quindi bisogna riconoscere le garanzie di sicurezza che chiede la Russia e che se fossero state riconosciute prima, non saremmo neanche arrivati all’invasione. Si sarebbe dovuto appoggiare immediatamente il negoziato che si faceva a Istanbul e che stava per arrivare a buon fine, mentre invece con la Nato o si rompono i rapporti con tutti i regimi che non sono democratici, allora il gas probabilmente ce lo facciamo con le scorregge delle mucche, oppure quest’idea malsana che non prendiamo più gas dalla Russia per andarlo a prendere dai regimi ancor più dittatoriali.
– Sul versante interno che vogliamo dire della questione Grillo? Finita un po’ male, no?
La questione di Grillo è finita male da quando Grillo purtroppo ha perso lucidità. La sua perdita di lucidità coincide temporalmente con i guai giudiziali del figlio. Però ho capito cosa gli si è saltato per la testa nel momento in cui portò il Movimento 5 Stelle a suicidio facendolo entrare nel governo Draghi senza nemmeno trattare, per cui mollò la giustizia, mollò il ministero del Lavoro, mollò il ministero della Transizione Ecologica consentendo a Draghi di demolire tutto ciò che avevano fatto di buono. Quindi è lì che è iniziata la crisi, poi hanno chiamato Conte per risuscitare il Movimento e se non ci fosse Conte il Movimento Cinque Stelle sarebbe sotto il 5%.
– Ma in realtà il cosiddetto campo largo, come l’Umbria ha dimostrato, si è riveltato vincente.
Guarda, il campo largo, se vogliamo usare questo termine, ha riportato anche dei bagni di sangue in Abruzzo, in Basilicata, in Liguria, quindi se vogliamo parlare di campo largo parliamo di un fronte progressista dato che aumenteranno gli insoddisfatti e i delusi di questa linea bellicista e ambigua.
In Sardegna hanno vinto perché c’era la candidata dei 5 Stelle, poteva essere anche non dei 5 Stelle, ma anche lei era una candidata di grande innovazione, come la Proietti in Umbria, tra l’altro pacifista anche oltre il Pd, mentre invece quando candidi un vecchio partitocrate come Orlando la gente sceglie Bucci che è arrivato da poco e che non ha dato vita a particolari scandali.