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Intervista a Marco Masini, stasera al Lyrick di Assisi

ASSISI Marco Masini sarà stasera, 10 dicembre, al Lyrick di Assisi con il tour “T’innamorerai di noi – Oltre trent’anni insieme“. Arriverà a distanza di un anno esatto dall’ultimo concerto con la stessa band e con un repertorio che ripercorrerà la sua intensa vita artistica.
Cosa è cambiato in un anno?
“Ci siamo abituati a una sorta di quasi normalità. Rispetto a quello che abbiamo vissuto gli scorsi anni, c’è una condivisione diversa con la gente che ora può vedere uno spettacolo senza mascherine, senza restrizioni, vivendo appieno il potere della musica. E’ già una svolta sostanziosa”.
In oltre trenta anni molte cose sono cambiate anche nella musica… Quali quelli che Masini apprezza di più e quelle che invece lo lasciano perplesso?
“Credo che, come tutti i periodi storici, la musica viva di belle e meno belle canzoni. E’ sempre successo. Ovvio che i cambiamenti sono anche figli di una elettronica che ha dato potere di scelta e offre oggi la possibilità di spaziare: timbriche nuove, stesure, metriche e tutto ciò che è una metodologia di scrittura diversa, grazie anche all’uso di un sistema in hard disc recording che permette di lavorare diversamente rispetto a prima. Tutto viene facilitato e comunque aiutato da quello che è un sistema più veloce, più rapido, di esecuzione e realizzazione”.
Cosa pensa di tendenze e mode, della trap che incalza e delle piattaforme digitali che hanno il dominio del mercato?
“Sono cambiamenti che portano delle novità che hanno un’evoluzione. Cose normali che fanno parte del futuro e che tutti dobbiamo imparare anche a capire, perché dalle novità si impara ad evolvere, magari un genere di musica che fa parte di una generazione diversa come la mia, che però attraverso la scuola dei giovani può trovare delle soluzioni alternative”.
Insomma, questo è un momento di passaggio?
“Tutta la musica è sempre di passaggio, non c’è mai stata una musica definitiva. La melodia subisce ogni volta un cambiamento strutturale grazie all’arrivo di nuove scuole che sono determinanti nell’evoluzione stessa della musica. Dagli anni ’30 ad oggi la musica è sempre cambiata. Si tratta di non rimanere ancorati a certi schemi che fanno parte di un passato che non si può ignorare, per andare contro a un domani che ci potrà portare nuove cose, nuovi orizzonti e nuovi parametri di suono, di sonorità, di arrangiamenti, di costruzioni”.
Masini esordì trent’anni fa con T’innamorerai, ma forse oggi anche l’amore è cambiato…
“I sentimenti sono sempre gli stessi. E’ l’approccio che è cambiato. Mentre prima l’amore si conquistava diversamente, oggi magari con i social, con una comunicazione diversa, si raggiunge prima un obiettivo. E come tutte le cose che sono gratuite, forse durano meno. Questo fa parte anche del sistema discografico che oggi si basa sulle piattaforme digitali e di conseguenza se non vai a comperare il disco e non ti affezioni ad un oggetto, ovviamente anche una canzone dura meno, rispetto a qualche anno fa. E lo stesso vale per l’amore. Oggi quando si esce con una persona se ci si innamora sui social, quando usciamo, sappiamo già che tipo di serata ci aspetta, mentre ieri era tutto un mistero, e quando una cosa ha un mistero, ha anche un fascino tutto diverso”.
Nel frattempo è uscito anche un libro “L’altalena – La mia storia” dove Marco Masini si guarda dall’esterno in una sorta di sdoppiamento…
“E’ una cosa che ho fatto con un amico che si chiama Ziba, è un cantautore, un autore molto bravo. Insieme a lui è nato una sorta di desiderio di raccontarci a vicenda. Di solito quando sei con un amico ti confessi molto di più di quando sei da solo davanti allo specchio, perché riesci ad entrare dentro certi aspetti e dettagli del tuo percorso che a volte ti vergogni un po’ a dire, a volte non ti ricordi. E l’amico ti aiuta proprio a scavare fino in fondo. Quindi abbiamo deciso di raccontarci un po’ e poi alla fine ci siamo detti che bisognava scrivere un libro su queste cose. E alla fine l’abbiamo fatto, perché credo che la cosa più importante nella vita è stare a posto con la coscienza. Avere detto un po’ a tutti quello che ci è successo, con quella caratteristica che un po’ mi appartiene, che è la serenità, l’ironia, grazie forse al fatto che vengo da una famiglia di Firenze. E’ stata una sorta di sdrammatizzazione su un percorso fatto di alti e bassi come è la vita e che appartiene a tutti e che appartiene a chiunque sogni. Il mio sogno infatti è un sogno che può appartenere a tutti. Perché chi sogna vive inevitabilmente momenti difficili che si alternano a piccole gioie. Insomma, l’ambizione è costellata di momenti dolorosi”.
La veste acustica ti è particolarmente congeniale. Che accadrà ad Assisi?
“ Il repertorio è fatto di momenti di grande sfogo, di rabbia o di romanticismo. Quindi presentarlo in versioni un po’ più rock con la band, in altri più acustici e in altri addirittura intimi con un piano e una voce, credo che sia un modo per raccontarsi in tutti i colori e in tutte le dimensioni che ho vissuto in questo lungo percorso di 32 anni”.

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