CASTIGLIONE DEL LAGO – Sarà un piacere per chi stasera sarà alla Rocca del Leone di Castiglione del Lago “perdersi” nello spazio artistico di “Dardust” in questo concerto “Lost in space”, per l’appunto, dove Dario Faini sarà da solo acusticamente, intimamente con il suo pianoforte, strumento che lo accompagna da quando aveva 9 anni. Le cronache parlano di lui come uno tra gli artisti più ascoltati al mondo con 35 milioni di riproduzioni. La sua musica ha accompagnato il Superbowl e l’NBA All Star Game. Autore e produttore prolificissimo, ha firmato tante hit e il palmarés conta 40 dischi di platino. Lo abbiamo intervistato a poche ore dal concerto organizzato della promoter Patrizia Marcagnani.
Come ci sente nel tornare a incontrare un pubblico reale?
“Bene. Il fine ultimo del nostro lavoro è quello del contatto, dello scambio di energie, di emozioni. In questa tournée ho messo tanta preparazione ma anche molta immaginazione”.
Lei ha fatto una bella esperienza di pubblico virtuale nel lockdown. Cosa resta?
“Un concerto in diretta streaming indimenticabile perché ho suonato nel meraviglioso sito archeologico La Cuma in provincia di Fermo, nelle Marche, sapendo che c’erano tante persone collegate”.
Veniano al concerto di stasera: “Lost in space, Piano Solo”.
“Il piano ed io saremo attorniati da 10 pianeti scenografati da Pietro Cardarelli. Un viaggio che parte da Nettuno per arrivare al Sole. Per ogni pianeta un racconto che fa riferimento alle mie esperienze vissute sulla Terra”.
Perso nello spazio, ma stasera sarà in Umbria. La conosce?
“Della Rocca del Leone mi sono arrivate foto straordinarie e nella Piana di Castelluccio ho vissuto molte stagioni della mia infanzia. Spazi per resprirare profondamente, fonte di ispirazione, luogo dello spirito”.
Tormentone Juke Box: un titolo, un aggettivo, una riflessione. Vista la moltitudine di pezzi, ci limitiamo dagli album: 7?
“Incanto, magia per un mondo che stavo scoprendo”.
Birth.
“Contrasti. Fuoco e ghiaccio. L’Islanda, i chiaroscuri, le contraddizioni”.
Slow Is.
“Quiete. Brani rielaborati e arrangiati per pianoforte e quintetto d’archi, dimensione intima”.
S.A.D Storm and Drugs.
“Impeto, riscatto dopo la tempesta, forza di reagire”.
Festival di Sanremo: autore di un’infinità di canzoni e negli ultimi due anni sul palco.
“Visibilità. Protagonista pur non essendolo, sia nel 2019 come direttore d’orchestra, sia come musicista con Rancore e La Rappresentante di Lista, sia come producer con Mahmood”.
Lei è laureato in psicologia. Anchese con difficoltà si torna alla musica live. Una bella medicina di questi tempi.
“La musica è valore importante per chi la sa adoperare e interiorizzare bene. Dipende da come la prendi”.
Dardust, pseudonimo che fa riferimento a David Bowie. Però quando usciva Ziggy Stardust lei nemmeno era nato…
“Vero: avevo 9 anni quando ho sentito Absolute Beginners. Poi mi sono andato a comprare tutti i dischi”.