BETTONA – Il Gecko Fest 2024 si chiude con un concerto stasera, 15 settembre, alle ore 18 alla Villa del Boccaglione di Bettona. Sarà un concerto di piano solo “Piano Essence” a cura di Alessandra Celletti, che dal piano e con il piano si avventura alla ricerca della purezza e dell’intensità del suono.
Di lei si parla come una delle sorprese migliori degli ultimi anni nell’ambito della musica italiana. Con lei parliamo del suo fare musica e delle mille sfumature dinamiche che ottiene dal suo pianoforte.
– Alessandra Celletti, si trova più a suo agio nelle vesti di interprete o in quelle di sperimentatrice?
Allora, devo dire che un po’ le due cose coincidono, nel senso che io suono sempre soltanto cose che sento come se fossero un po’ mie, quindi anche quando sono interprete, in un certo senso faccio proprio mie le cose che suono, quindi, appunto tutta questa differenza non c’è. Però devo dire che suonare le mie cose ovviamente mi dà anche molta soddisfazione.
– Ma cosa tiene tutto unito: rock e minimalismo, silenzio e ritmo, romanticismo e avanguardia?
Probabilmente la mia voglia di sperimentare un po’ tutto, la mia curiosità e il fatto di, comunque, non fare mai gerarchie tra i generi. Per me la musica è musica, Sono nata in una famiglia, soprattutto da parte di mio padre, che amava tantissimo la musica, per cui ascoltava dal jazz alla classica, alle canzoni swing anni 20-30. Poi io naturalmente sono nata con la musica pop e rock, per cui ho mischiato un po’ tutto nel mio mondo. Per me la musica è tutto questo.
– Insomma, c’è tanta confusione sotto il sole, ma la situazione è eccellente, come diceva Mao Tse Tung.
Alla fine quando c’è tanta confusione, viene un’esigenza di trovare l’essenza delle cose.
– Qual è l’essenza del pianoforte?
L’essenza del piano, secondo me, è proprio il suo nome, perché pianoforte lo dice già la parola, è il compendio di tante sfumature, anche perché prima gli strumenti a tastiera avevano un suono molto più uniforme, come il clavicembalo, che non aveva tutte queste sfumature dinamiche, per cui la bellezza e l’essenza del pianoforte è proprio in questa capacità di sfumare i suoni e di dare tanti colori.
– Ecco, anche perché il piano, come si usa dire, è il principe degli strumenti…
Sì, perché appunto c’è una tavolozza così grande, un’estensione così grande, per cui veramente è come avere un’orchestra, avere un pianoforte.
– E la melodia? Qual è il suo rapporto con la melodia?
Mi piace molto, la melodia per me è comunque molto importante, anche se poi alla fine mi piacciono le melodie semplici, forse in questo sono rimasta un po’ come i bambini, che più sono facili, più sono immediate, più mi conquistano, quindi sì, la melodia mi piace molto.
– Spesso fa riferimento nelle sue composizioni a parti vocali, avrebbe scrupoli ad usare in questo senso l’intelligenza artificiale?
Io sull’intelligenza artificiale sono un po’ combattuta, nel senso che tutte le cose nuove mi piacciono molto, quindi mi piace scoprire cose nuove, però al tempo stesso ho un po’ paura di venirne sopraffatta, per cui bisogna trovare un po’ un buon equilibrio a usare l’intelligenza artificiale, come in ogni cosa, quindi anche nella musica.
Tutto sommato non lo escludo, non l’ho mai fatto, però se dovessi utilizzarla cercherei di non farmene sopraffare, ma di essere io a gestirla.
– Cosa la differenzia da un Giovanni Allevi o da un Ludovico Einaudi?
Sicuramente i soldi! – afferma ridendo. Sicuramente loro sono molto più ricchi di me, però non lo so, io non li conosco personalmente nessuno dei due. Qualsiasi cosa dicessi, potrei sbagliarmi, non mi piace dare giudizi su colleghi, però sicuramente sull’aspetto economico non ho dubbi.
– Lei ha un buon rapporto con l’Umbria perché è stata in passato anche ospite del Festival di Spoleto, se non sbaglio.
Sì, di recente sono stata proprio a suonare a Casa Menotti. Proprio quest’anno, e poi anche sempre per felicitare mio papà a cui ero molto affezionata, veramente lui era un critico musicale, per cui fin da bambina andavo al Festival di Spoleto ad ascoltare; quindi sono molto legata all’Umbria, in particolare a Spoleto, però anche al Gecko Festival, perché questa è la seconda volta che torno, c’ero già stata nel 2021. Questo è il mio ritorno al Gecko Festival.
– Adesso, diciamo, sta lavorando su questo Piano Essence. I progetti futuri sui quali si sta impegnando?
Sì, c’è un progetto che però non vorrei tanto svelare. Probabilmente userò la voce che è una cosa che raramente faccio, perché non sono cantante, però è una cosa che mi piace moltissimo e mi dà tanta felicità. Poi io appunto – forse ecco la differenza che ho dagli altri – è che mi piace essere totalmente libera per cui sono un po’ anarchica e non ho agenzie non ho niente: faccio tutto quanto un po’ da sola che è una cosa che ha i suoi pro e i suoi contro: il pro è che veramente mi sento libera di poter fare quello che mi viene in testa. Quindi mi sveglio la mattina e dico: voglio cantare e canto.
– E i contro quali sono?
I contro sono che sei soggetta a delle cose meno strutturate, anche delle tournée meno strutturate, tutto quanto viene un po’ dalla fantasia del momento, oppure da qualcuno che da qualche parte del mondo mi invita a suonare, però non ho una cosa ben strutturata, per cui magari ho un concerto, dieci concerti, poi non ho concerti per un anno. Sono un po’ così.
– Eppure lei ha già fatto tour internazionali, ha acquisito un certo rilievo.
Sì, sicuramente. Poi sono tantissimi anni che mi impegno e la musica è proprio la mia passione. Molto affidata alla comunicazione del momento, per cui non ho garanzie, non ho sicurezze, però questo è anche il bello.