PERUGIA – Parliamo di ambiente e sfruttamento eco compatibile delle risorse energetiche in Umbria perché se n’è occupata l’Assemblea legislativa che ha discusso l’interrogazione a risposta immediata sul “Progetto eolico ‘Phobos’ tra altopiano dell’Alfina e lago di Bolsena” presentata dal consigliere Eleonora Pace (FdI).
Illustrando l’atto ispettivo, Pace ha spiegato che “il progetto denominato ‘Phobos’ prevede la realizzazione di un impianto eolico finalizzato alla produzione di energia elettrica composto da 7 aerogeneratori e relative opere civili ed elettriche connesse oltre ad una nuova stazione elettrica in località Torraccia. La durata prevista per la realizzazione del progetto è di 30 anni. L’impianto sarà ubicato nei comuni di Castel Giorgio e Orvieto, al confine con i Comuni laziali di Acquapendente, Bolsena e Lubriano. Nonostante l’area destinata all’impianto eolico ‘Phobos’ ricada all’interno dell’Unità di Paesaggio 4TV, caratterizzata da un paesaggio agrario storico di pregio, la Regione Umbria ha espresso parere favorevole nel procedimento di Valutazione di impatto ambientale. Secondo le analisi presentate, l’impatto visivo dell’impianto sarà notevole: entro un raggio di venti chilometri, interesserà ben 30 comuni, di cui alcuni vedranno una porzione significativa del proprio territorio coinvolta. Si rischia di compromettere l’equilibrio paesaggistico/naturalistico dell’altopiano dell’Alfina, uno dei pochi altopiani italiani esistenti che ha grandi prospettive di crescita economica attraverso il turismo ecosostenibile. I ricorsi presentati al Tar contro il progetto ‘Phobos’, impianto eolico costituito da sette pale con una potenza nominale di 42 Mw (6 Mw ciascuna) sono stati respinti. Il ‘Decreto aree idonee’ del 21 giugno 2024 stabilisce i criteri per l’individuazione di superfici e aree idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili. Esso individua inoltre la ripartizione fra le Regioni dell’obiettivo nazionale al 2030 assegnando all’Umbria l’obiettivo di 1.756 Mw. Bisogna quindi chiarire come la Regione Umbria intenda raggiungere l’obiettivo fissato dal ‘Decreto aree idonee’ e quali modalità intenda adottare per garantire l’opportuno coinvolgimento degli enti locali per l’individuazione delle aree idonee/non idonee, così come previsto dallo stesso decreto”.
L’assessore Thomas De Luca ha risposto che “abbiamo trovato la Regione senza una mappa delle aree idonee e di quelle protette. Cosa che le Regioni avrebbero dovuto fare entro 180 giorni dal decreto del 21 giugno 2024. Alcune regioni si sono assunte la responsabilità di legiferare, altre regioni, come la nostra, no. Al nostro insediamento pensavamo di trovare una proposta di legge pronta. Invece il cassetto era vuoto. Abbiamo dovuto analizzare il quadro che ci trovavamo di fronte. Un quadro che ci vede senza aree idonee e senza alcun tipo di strumento di pianificazione territoriale. La bozza del piano strategico non è mai stata approvata. Daremo un’accelerazione al piano strategico. Anche il piano paesaggistico regionale ha visto il riavvio dell’iter solo nell’agosto 2024, una data decisamente troppo in ritardo. Le commissioni regionali che avevano il compito di formulare le proposte non sono mai state convocate. Noi oggi ci troviamo ad affrontare questo foglio bianco. Lo stiamo facendo con l’obiettivo di conciliare la transizione energetica con il rispetto della nostra identità umbra. Vogliamo coinvolgere tutti i comuni e avviare un percorso che, con gli strumenti a nostra disposizione, ci consenta di ampliare le aree idonee e quelle sottoposte a tutela. Attualmente, per effetto delle decisioni del Tar, se l’impresa presenterà domanda, il processo dovrà essere riattivato. Ecco perché dobbiamo accelerare con la pianificazione che non c’è stata per 5 anni”.
Nella sua replica Pace ha ringraziato l’assessore per “l’impegno a mantenere alta l’attenzione sul tema. Siamo ancora in un fase in cui vi è concesso il beneficio del dubbio, visto che vi siete insediati da poco. Auspichiamo che su temi importanti e dirimenti l’attenzione della Giunta sarà massima. Il nostro interesse è quello di monitorare la situazione a tutela dello sviluppo del territorio”.