TERNI – I consiglieri regionali Thomas De Luca (M5s) e Fabio Paparelli (Pd) annunciano un’interrogazione sul caso del Centro di ricerca delle cellule staminali a Terni, “una struttura deserta, mentre negli ospedali al collasso non ci sono più posti letto per nessun tipo di patologia, non solo Covid”.
“Gli ospedali – affermano De Luca e Paparelli – sono pieni, le terapie intensive sono al collasso e non ci sono più posti letto. Nonostante questo ci sono strutture sanitarie nuove lasciate completamente all’abbandono. Considerato l’incontrollato decorso con cui la pandemia sta stressando il sistema sanitario regionale, con la conseguente necessità di trovare adeguate strutture per contenere le crescenti situazioni di contagio, sarebbe opportuno, nel più breve tempo possibile, effettuare la ristrutturazione e il completamento della struttura chiamata ‘Ex Milizia‘, al fine di destinarla alle cure e all’isolamento dei malati Covid, in modo complementare all’ospedale di Terni. Si garantirebbe così, in caso di necessità, che l’ospedale possa continuare a svolgere la sua funzione di alta specializzazione, in gran parte ridimensionata dalla gestione dell’emergenza sanitaria. Proposta già avanzata lo scorso 22 aprile con una mozione del consigliere Fabio Paparelli, in cui si impegnava la giunta regionale in tal senso”.
“Da sette mesi – proseguono De Luca e Paparelli – ripetiamo come minoranza alla presidente Donatella Tesei di attrezzare il palazzo dell’Ex Milizia come struttura Covid con posti letto per le terapie intensive. Stessa cosa potrebbe essere fatta per Monteluce a Perugia. Invece la Regione ha preferito chiudere il pronto soccorso dell’ospedale di Spoleto e adesso corre dietro agli ospedali da campo: 3 milioni di euro per 12 posti di terapia intensiva. Una struttura annunciata ad aprile che soltanto adesso è stata assegnata all’azienda appaltatrice. Oggi avremmo avuto come minimo il triplo di posti letto, con strutture nuove e pronte per ogni evenienza, ospedali veri con mura e un tetto, non una tendopoli in pieno inverno”.
“Le ultime rilevazioni – aggiungono De Luca e Paparelli – parlano per l’Umbria del 20,9 per cento di positivi sul totale tamponi eseguiti, contro il 14,5 per cento della media nazionale. Mentre l’incidenza dei positivi sulle persone effettivamente testate è del 42,23 per cento per l’Umbria, contro il 23,97 per cento del dato nazionale. In entrambi i casi è il livello più alto in Italia. Tutto questo sta a significare la dimensione della perdita di controllo sui sistemi di tracciamento degli asintomatici. Dalle ultime segnalazioni, anche chi ha sintomi fa fatica ad essere seguito e tracciato. Praticamente siamo al ‘si salvi chi può’. E’ ora – concludono – di agire, rimboccarsi le maniche, aprire strutture con nuovi posti letto“.