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“InstabiLibri – Cene letterarie”, dedica a Massimo Bontempelli e alla cucina milanese

ASSISI – La rassegna “InstabiLibri – Cene letterarie” propone ad Assisi  domenica 16 febbraio alle ore 19 la seconda serata dedicata agli amanti della lettura e del buon cibo con protagonista il romanzo “La vita intensa” di Massimo Bontempelli con una cena ispirata alla cucina milanese. Ricordiamo ai lettori di vivoumbria.it che “InstabiLibri” è un’iniziativa ideata e promossa dal Piccolo Teatro degli Instabili in cui, alla discussione intorno ai libri vengono abbinati dei menù a tema, nella Taverna del Ristorante San Francesco.

Il menù della serata

Aperitivo di Benvenuto

Antipasti:

  • Crostini di taleggio

  • Frittata alla milanese

  • Rebecchini alle acciughe

Piatto unico:

  • Ossobuco alla milanese con risotto allo zafferano

Dolce:

  • Tortelli di Carnevale

Selezione di Vini lombardi

Il costo a persona è di € 30 tutto incluso.

Anche questo incontro sarà tenuto da Alessandro Tinterri direttore del Museo Biblioteca dell’Attore di Genova in dialogo con Samuele Chiovoloni regista e autore.

L’idea nasce dall’indissolubile legame tra la vita di due luoghi fondati dalla mia famiglia – dichiara Fulvia Angeletti, direttrice artistica – il Ristorante e il Teatro. In particolare, in queste serate abbiamo il piacere di far scoprire ai nostri clienti e spettatori, un luogo più “privato” del Ristorante. Nel locale, ora chiamato Taverna, c’era la vecchia cucina del “San Francesco”, fondato da Ubaldo Angeletti nel 1947. Durante gli inizi degli anni ’80, la cucina venne trasformata in taverna/cantina, un locale rustico e accogliente con la costruzione del grande camino. Sopra le scaffalature che contengono le vecchie bottiglie, vennero dipinti da un giovane Francesco Mancinelli, delle scene tratte dai quadri del pittore fiammingo Il Bosch. Attualmente viene utilizzata di solito per cene festose tra amici e ora “Tre amici” molto particolari sono i protagonisti di “InstabiLibri”: Alberto Savinio, Massimo Bontempelli e Luigi Pirandello.”

Gli incontri sono a cura di Alessandro Tinterri che ha scelto gli autori e i libri presi in esame e che spiega così la selezione fatta: “Da “La stranezza” di Roberto Andò con Ficarra e Picone e un convincente Toni Servillo nei panni di Luigi Pirandello, al recente “Eterno visionario” di Michele Placido in cui è Fabrizio Bentivoglio a vestire i panni dello scrittore siciliano, il grande schermo ne ripercorre la biografia, mentre quest’anno ricorre il centenario di quel Teatro d’Arte di Roma, che costituì un nodo centrale nella sua vicenda di uomo e di artista. Sullo sfondo di quell’avventura artistica di stagliano le figure di tre protagonisti: Pirandello, Bontempelli e Savinio. L’amicizia che li ha legati costituisce un capitolo della storia culturale del Novecento.”

I partecipanti potranno aver letto o meno i testi in oggetto; a seguito di una discussione informale in cui si scopriranno notizie e curiosità intorno ai libri, verrà gustata una cena a tema a cura del Ristorante San Francesco.

Il secondo appuntamento, come detto domenica 16 febbraio, si basa sul libro di Massimo Bontempelli “La vita intensa”, un romanzo incredibilmente moderno e ironico: la frenesia dei milanesi messa alla berlina fin dal 1919.

Nel 1919, infatti, la vita a Milano è già intensa. Nella “capitale morale d’Italia” si muovono frenetiche e zigzaganti sagome di personaggi, colte nell’affannoso – e forse un po’ ridicolo – atto di dedicarsi alle proprie attività, siano queste concrete o pure divagazioni dell’io: la tabaccaia, il signore con la valigia, la “donnagelosa”, il correttore di bozze. Mentre una voce narrante, monta, smonta e rimonta le loro azioni in una sorta di metaromanzo, va in scena un tableaux vivant di caratteri e di tecniche narrative, di cui Massimo Bontempelli fa una parodia lucida e affilata per disgregare il tessuto ideologico di un’epoca e mettere in risalto quei vizi che ancora oggi affliggono l’uomo. Nel suo avanguardismo, non soltanto formale, “La vita intensa” è una delle prove più felicemente sperimentali della letteratura novecentesca. Come sostiene Carlo Bo, “fedele alla sua dimensione, Bontempelli porta con sé tutto il necessario per dimostrare una sorprendente vitalità o, per essere più esatti, la sua capacità di risposta al senso della vita pura, chimicamente pura”.

 

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