FERENTILLO – Sono emozioni che ti stringono il cuore e ti addolciscono l’animo quando un uomo, che ha vissuto santamente in grazia di Dio, viene riportato dopo quasi 400 anni a far parlare di sé e, perché no, ad assurgere alla gloria degli altari. Quello che è accaduto nella giornata di lunedì 24 febbraio dovrà rimanere negli annali della storia ferentillese e nell’animo di tutti i cittadini, dai bambini, giovani, adulti, fino agli anziani, in quanto, per Francesco Romanelli, nato Bernardino, è iniziata la sua scalata finale
per la beatificazione.
Alle ore 9, di prima mattina, l’Arcivescovo di Spoleto Norcia Monsignor Renato Boccardo accompagnato dal cancelliere della Curia spoletina monsignor Giampiero Ceccarelli, il Provinciale dei Cappuccini dell’Umbria Padre Matteo Siro, il parroco di Ferentillo don Rinaldo Cesarini, alcuni rappresentanti della Soprintendenza, l’impresa Tarani Fabrizio, tutti i parenti del Venerabile, ha dato inizio alla ricognizione della reliquie del cappuccino di Precetto nella cinquecentesca chiesa di Santo Stefano. Andiamo con ordine: la prima ricognizione si era svolta nel 1890 dall’Arcivescovo di Spoleto – Norcia Pagliari e, l’urna sigillata con ceralacca contenente i resti ossei, dal convento di Santa Illuminata fu traslata a Santo Stefano sotto la prima colonna nel presbiterio. Quindi, divelta la lapide di marmo, è stata di nuovo riaperta l’urna, tolti i sigilli dall’Arcivescovo Boccardo. Le ossa sono state di nuovo ispezionate catalogate e rimesse in un’altra urna, richiusa di nuovo con i sigilli in ceralacca sia da monsignor Boccardo che da Padre Siro. All’interno è stata inserita la documentazione inerente alla ricognizione con tutti i passaggi tecnici e ispezione ossea con tutte le firme dei presenti e di quelle degli eredi. L’urna e stata poi depositata provvisoriamente nei locali della sacrestia della chiesa ma non potrà essere ancora esposta al culto dei fedeli.
L’idea di tutti, compresa quella dell’Arcivescovo, è quella di “impegnarsi a far conoscere approfonditamente la figura di Padre Francesco Romanelli ai cristiani di oggi. Un uomo che si è impegnato molto per divulgare il Vangelo e la parola di Dio”. Le cause di beatificazione nel corso degli anni ne sono state aperte ben tre, ma non sono state mai completate. Pio IX ne introdusse la causa di beatificazione il 16 luglio del 1863 e interrotta dopo la morte. In breve ricordiamo questa figura di uomo e sacerdote. Bernardino Romanelli nasce a Precetto di Ferentillo il 27 febbraio del 1564 e morirà sempre a Precetto il 6 Gennaio del 1645. Assunse il nome di Francesco dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Sacerdote e predicatore, visse al Convento di Santa Illuminata a Precetto di Ferentillo dove morì santamente. A lui vengono attribuiti molti miracoli (documentati) tra i quali: la guarigione di un giovane che caduto da un albero si era spezzato le gambe; di aver camminato sulle acque del lago di Piediluco passando da una riva all’altra sul suo mantello; e, durante un periodo di carestia, trasformò le pietre del fosso di Precetto in filoni di pane sfamando così i suoi paesani. Ora, come sostiene l’ex sindaco di Ferentillo Paolo Silveri, che da tempo segue la questione, ci si augura che tutti si prodighino ad accrescere la conoscenza sia sulla figura che sulle gesta eroiche del fraticello precettano, che della sua umiltà e ricchezza di spirito, ha dimostrato con atti forti e concreti l’esistenza e la bontà di Dio verso il suo popolo.