In vista dell’Infiorata di Città della Pieve da oggi è aperta la Taverna Barbacane

CITTA’ DELLA PIEVE – Come avviene ormai da 59 anni, Città della Pieve si prepara alla bellissima Infiorata che quest’anno si terrà sabato 22 e domenica 23 giugno, quando il tappeto floreale di oltre 900 metri quadrati vrrà stesso lungo il tragitto che da Porta Sant’Agostino percorrerà via Vannucci per terminare ai piedi della Cattedrale. 

PROFUMO DI TRADIZIONE

Nel frattempo ecco che da stasera, 13 giugno, e per tutte le sere fino al 22 giugno escluso solo il 17 giugno, apre la Taverna del Barbacane con i piatti tradizionali. Su tutti, le “lumache al pizzico”, chiocciole di terra servite con uno stuzzicante e segretissimo pizzico di pomodoro: una ricetta che è diventata l’emblema della taverna e che richiede un lungo lavoro di preparazione. E non finisce qui: ci saranno il cinghiale al dragoncello, uno spezzatino di carne di cinghiale molto ricco di aromi scelto dai palati più sofisticati; i pici, le tagliatelle, gli gnocchi e le carni cotte alla brace del camino, da sempre simbolo del punto di ristoro allestito nell’incantevole scenario degli Orti del Palazzo Vescovile.

L’INFIORATA

“Viaggiare è imparare. Più romanticamente – si legge nella nota di fuoriportafortravel  – è vivere davvero. Ognuno di noi ha dei neuroni, chiamati specchio. Sono i neuroni che ci consento di apprendere attraverso l’osservazione. Viaggiare è osservare. È proprio il viaggio il tema dominante dell’Infiorata di Città della Pieve, organizzata dai contradaioli del Terziere Casalino in omaggio a tutti i visitatori.  L’infiorata è fatta di piccole tappe che rendono l’evento finale unico. C’è l’ideazione eseguita dall’artista pievese Andrea Bittarello e la preparazione del bozzetto. Quest’anno il tema è il viaggio declinato sulla geografia, l’esplorazione, la scienza. Il vasto mondo di concetti, opinioni, sensazioni e sentimenti che caratterizzano la letteratura. Chissà che splendida elaborazione floreale può uscirne! C’è la pittura, la musica, il cinema. È tutto un viaggio, fisico e dell’anima. C’è la storia, e più precisamente quella dedicata alla Seconda Guerra Mondiale con la liberazione di Città della Pieve. Aguzzate l’occhio, accendete I neuroni specchio e munitevi di un buon obiettivo, perché anche le virgole saranno ben segnalate attraverso i petali. C’è poi – conclude la nota informativa – la raccolta dei fiori e delle essenze vegetali, lo “spelluccamento” la separazione dei petali dalla corolla e loro conservazione. I disegni a terra (il sabato sera), la posa in opera dei petali (dal sabato pomeriggio fino alla domenica mattina). Un lavoro gigantesco che rivive ogni anno nella passione dei contradaioli del Terziere Casalino”.  

Redazione Vivo Umbria: