In Umbria un'eccezione: la Befana non elargisce doni, ma li chiede

PERUGIA   –   La festa dell’Epifania indica sin dai tempi più remoti la via di un disvelamento, di un annuncio: il divino che si conclama nell’umano anche nel senso del compimento di una ricerca interiore. Simbolo cristiano del divino per eccellenza è naturalmente Gesù e l’Epifania è il momento in cui la Cometa si posa sulla capanna dove Gesù è nato ad indicare la strada dell’umano che si è fatto divino. Seguendo la Cometa i Re Magi raggiungono la capanna per manifestare con i regali più preziosi riconoscenza a Dio. Nella tradizione cristiana, la storia della Befana è strettamente legata a quella dei Re Magi. La leggenda narra che in una freddissima notte d’inverno Baldassare, Gasparre e Melchiorre, nel lungo viaggio per arrivare a Betlemme da Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una vecchietta che indicò loro il cammino. I Re Magi, allora, invitarono la donna ad unirsi a loro, ma, nonostante le insistenze la vecchina rifiutò. Una volta che i Re Magi se ne furono andati, essa si pentì di non averli seguiti e allora preparò un sacco pieno di dolci e si mise a cercarli, ma senza successo. La vecchietta, quindi, iniziò a bussare ad ogni porta, regalando ad ogni bambino che incontrava dei dolcetti, nella speranza che uno di loro fosse proprio Gesù Bambino. In senso esoterico la Befana è una strega buona e generosa, simbolo di Madre Terra.  Le sue sembianze, una vecchina, magrissima, con il volto rugoso simboleggia l’essersi svuotata per dare doni a profusione al mondo. Scarica di energia necessita riposo, ma prima di ritirarsi per rigenerarsi elargisce gli ultimi doni.  Questa interpretazione si addice perfettamente alla visione che Greta Thunberg sta offrendo al mondo, Madre Terra ridotta a una vecchina rinsecchita che ha bisogno di riposare e rigenerarsi, ma non per questo rinuncia alla sua generosità continuando a elargire i suoi doni. Greta e la Befana dunque sono più vicine di quanto si possa pensare, l’una con i suoi messaggi e appelli a un’umanità indifferente che risveglia le coscienze sui temi dei cambiamenti climatici, l’altra che stremata dall’Uomo, continua, da vera madre, a fare dono dei suoi frutti in una complementarità che pare, in questo 2020, diventare premonitrice. Ma esistono anche letture e interpretazioni opposte sul ruolo della Befana. Proprio in Umbria, a Monterubiaglio, borgo dell’Orvietano i ruoli si invertono ed è la Befana a questuare doni per curare le anime del Purgatorio. E’ riportato nel sito web di Monterubiaglio: “La sera della vigilia dell’Epifania, si rinnova la centenaria tradizione del passaggio della vecchiarella per le vie del paese; non si tratta della solita befana che lascia i doni ai piccoli nelle calze appese ai camini, questa infatti, invece di donare, chiede!
Un tempo, bussando alle porte delle case domandava che le venissero date delle uova, che avrebbe poi impiegato nella preparazione dei dolci pasquali; questa antica tradizione vuole che la vecchiarella impersoni lo spirito del defunto, che chiede preghiere per la salvezza delle anime sante del purgatorio. Certamente dietro questa figura si celano profondi significati religiosi, infatti l’Epifania è la manifestazione di Dio, che viene sulla terra per salvare l’uomo dal peccato attraverso la Resurrezione.
Così la vecchia, vestita di bianco e seguita da uno stuolo di cantori, se ne va cantando per le vie del paese, accompagnata dal suono della fisarmonica. In questo canto, che è una sorta di dialogo tra la vecchiarella testimone della vita nell’aldilà e un vivente, raccomanda alle famiglie di non essere avari come “Golo”, che le aveva dato solo un uovo, bensì di essere generosi per alleviare le sofferenze delle anime del purgatorio. Oggi non chiede più uova come un tempo, bensì soldi per la celebrazione delle messe in memoria dei defunti o per il fabbisogno della comunità.
La manifestazione, organizzata dalla pro-loco di Monterubiaglio, si conclude in piazza con balli e canti tradizionali attorno ad un immenso falò che brucia i vizi e i peccati degli uomini (e cuoce salsicce e ventresca), il tutto alla presenza di un’insolita befana, che pur chiedendo, tuttavia regala ogni anno calore ed allegria (ed anche dell’ottimo vin brulé).
Non esiste antitesi tra le due Befane, bensì sussistono esse stesse in una relazione di complementarità: così come Greta risveglia le coscienze per soccorrere una Madre Terra estenuata dall’indifferenza dell’Uomo, la Befana di Monterubiaglio chiede doni affinché questa figura, angelo e demone allo stesso tempo, tra la vita e la morte, alimenti l’aldilà delle anime che patiscono l’espiazione del purgatorio, non ancora pronte alla visione di Dio. Entrambe rivestono ruoli di messaggere mercuriali che si muovono entro il mondo sensibile con un duplice compito: per la vecchina quello di assicurarsi che gli uomini siano in grado ancora di fornire i frutti della Terra per nutrire l’aldilà, per Greta quello di gridare allarme perché questo ciclo non si interrompa una volta per tutte e che la Madre Terra infine riesca ad assicurare un futuro certo all’umanità.
Molte altre modalità per festeggiare l’arrivo della Befana coesistono nei centri umbri, tra tradizione e una modernità che vuole letteralmente scendere la Befana dal cielo, grazie ai Vigili del fuoco e agli esperti del Cai. Così come avviene a Città di Castello, Città della Pieve, Spoleto, Foligno vengono presi a riferimento i campanili più alti per volare giù dal cielo grazie all’ausilio delle funi.

Ad Assisi la Befana si calerà col parapendio dal Monte Subasio a Rivotorto, dalla torre campanaria ad Assisi centro, dal campanile della piazza a Castelnuovo e dal cupolone della Basilica a Santa Maria degli Angeli, un evento che non si ripeteva dal 2005.

Un’usanza, quella della befana che arriva dall’alto, introdotta alcuni anni fa e che meraviglia soprattutto i bambini, veri protagonisti e amici inseparabili della vecchina che distribuisce dolci e caramelle direttamente dalle sue calze. E il carbone? No, niente carbone, anche la Befana in fin dei conti è una buona e simpatica vecchietta che non può deludere i suoi piccoli amici. A meno anche il carbone non sia dolce…
Numerose altre Befane di cui in questi giorni abbiamo reso conto su Vivoumbria allieteranno la giornata del 6 gennaio.
 
 

Claudio Bianconi: Arte, cultura, ma soprattutto musica sono tra i miei argomenti preferiti. Ho frequentato il Dams (Scienze e Tecnologie delle Arti, dello Spettacolo e del Cinema). Tra i miei altri interessi figurano filosofia; psicologia archetipica; antropologia ed etnologia; fotografia-video; grafica, fumetti, architettura; viaggi.