In Umbria 150mila nuovi casi di depressione per disoccupazione da pandemia: serve l’intervento degli psicologi

PERUGIA –  Numeri e dati da incubo: nel 2018 l’Umbria è risultata la seconda regione italiana per uso di antidepressivi. Invece è prima in Italia per l’acquisto di medicinali da parte delle strutture sanitarie pubbliche. Pandemia e crisi economica hanno fatto da moltiplicatori per il disagio che si è tramutato in 150mila nuovi casi di depressione dovuti alla disoccupazione. Il rischio più alto  riguarda praticamente gran parte della popolazione, soprattutto donne, giovani e anziani.

Da qui la proposta di legge preannunciata da Tommaso Bori  capogruppo del Pd in Regione: “Istituire il servizio dello psicologo di cure primarie, una figura che risulta fondamentale, alla luce dello spostamento dell’asse, dalla malattia alla salute della persona, nel sistema sanitario nazionale, e ancor più strategica dopo oltre un anno di emergenza sanitaria, che ha aumentato i casi di patologia e di cronicità. L’obiettivo – spiega Bori – è quello di mettere al centro la salute. Con la psicologia di cure primarie – prosegue Bori – il sistema sanitario regionale potrebbe garantire il benessere psicologico di qualità nella medicina di base, sul territorio, vicino alla realtà di vita dei pazienti, alle loro famiglie e alle loro comunità. Il compito è fornire un primo livello di servizi di cure psicologiche di qualità, accessibile, efficace, cost effective e integrato con gli altri servizi sanitari, caratterizzato da costi contenuti e da una rapida presa in carico del paziente. Tale soluzione è già stata adottata, come sperimentazione, in Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Lazio e ha dimostrato una sostanziale efficacia degli interventi, un miglioramento del livello di benessere e una diminuzione della sintomatologia. In Umbria la sperimentazione è avvenuta nell’anno 2018/2019 e ha evidenziato l’efficacia degli interventi”.

“La figura dello psicologo di cure primarie – continua Bori – potrebbe coadiuvare anche le vittime di violenza domestica, stalking, revenge porn e sosterrà le famiglie nei momenti critici, sarà di supporto per le persone nei momenti di maggiore fragilità emotiva e psichica, aiuterà i bambini nella fase della crescita e/o se vittime di bullismo o cyberbullismo. Le aree di intervento su cui potrà intervenire saranno problemi legati all’adattamento quali lutti, perdita del lavoro, separazioni e malattie croniche, problemi legati al ciclo della vita, sostegno psicologico alle diagnosi infauste o alle cronicità o recidiva di malattie, scarsa aderenza alla cura. Sarebbe un passo avanti importante, per il quale invitiamo la giunta regionale a rinunciare alle bandierine e a sedersi al tavolo per migliorare insieme il nostro sistema sanitario”.

Redazione Vivo Umbria: