ROMA – Tutti abbiamo ancora impressa nella memoria, cattolici e laici, la commovente cerimonia del venerdì santo quando Papa Francesco sotto una incessante pioggia e nel picco della pandemia di Covid19 celebrò in una piazza San Pietro deserta di fedeli, la cerimonia della passione di Cristo ai piedi del Crocifisso miracoloso di San Marcello al corso. Andiamo a conoscere per sommi capi la vicenda storica legata al Crocifisso taumaturgo tanto caro ai romani e non solo.
A San Marcello al corso, e’ conservato l’ antico e venerato Crocifisso ligneo del XV secolo, il più realistico della capitale. Sopravvisse ad un incendio e salvò la città dalla peste. Andiamo a conoscere l’edificio che racchiude il pregiatissimo pezzo. La chiesa risale al IV-V secolo. Si parla di questo edificio già dal 418 in un documento lettera nella quale, il prefetto di Roma comunicava all’imperatore Onorio a Ravenna le elezione a Pontefice di Bonifacio eletto nella ecclesia Marcelli. L’ edificio, dopo varie vicissitudini fu ricostruito nel XII secolo. Nel 1368 vi si insediarono i Servi di Maria che tutt’oggi la governano. Il 23 maggio del 1519 un incendio nella notte distrusse la chiesa. Il mattino seguente la popolazione accorse per il fatto e, tra le rovine fumanti il crocifisso era rimasto intatto con una lampada ad olio accesa al suo fianco. Dopo quel fatto i fedeli si riunivano ogni venerdì sera per la recita del rosario. Con lo scorrere del tempo vista la grande devozione, fu costituita una confraternita denominata del SS.Crocifisso. L’ otto ottobre del 1519 Papa Leone X ordinò la riedificazione della chiesa affidando i lavori a Jacopo Sansovino, il quale realizzò la fabbrica in un unica navata e cinque cappelle per lato.
(La facciata nel XVII secolo fu realizzata da Carlo Fontana). La cappella conserva affreschi di Perin del Vaga 1525/1527 terminati da Daniele da Volterra suo allievo. Tre anni dopo, Roma venne investita dalla “grande peste” portando desolazione e morte. Il Cardinale spagnolo Raimondo Vich penso’ di portare il Crocifisso in processione per le vie della citta’ anche contro il volere delle autorita’.
Il crocifisso venne prelevato dal cortile del convento dei Servi di Maria e portato in processione fino a San Pietro. La processione durò 16 giorni ossia dal 4 al 20 Agosto del 1522. Man mano che si procedeva la peste dava segni di retrocessione. Al termine, quando la processione tornò a San Marcello la peste era del tutto passata e la capitale del cristianesimo fu salva. Il crocifisso e’ un opera policroma del XIV secolo. La storica dell’arte Claudia D’ Alberto la colloca nel 1370. Riprende il crocifisso di San Lorenzo in Damaso, con la struttura corporea della parte superiore di forma triangolare in forte patetismo del volto sofferente, le costole e i pettorali molto marcati. Sullo stile dei crocifissi del nord Europa.