Musica come terapia, come celebrazione del Natale, come ancora per rimanere attaccati alla realtà, come diario per non dimenticare le proprie origini. Otto artisti, ognuno con il suo stile e il suo linguaggio tra sonorità moderne, pop, r’n’b, hip hop, dance e melodie acustiche.
Si intitola Christmas (Sony Music) il nuovo EP di Natale di Antonino, anticipato in radio da O Holy Night e Have Yourself a Merry Little Christmas, che lo vede duettare con Emma. L’album, in consueto stile soul e R&B. La tracklist: “O Holy Night”, “Christmas (Baby Please Come Home)”, “Have Yourself a Merry Little Christmas con EMMA”, “All I Want for Christmas is You”, “Let it Snow! Leti t Snow! Leti t Snow!”, “I Saw Mommy Kissing Santa Claus”, “White Christmas”.
“Ho sempre desiderato fare un album natalizio – dichiara l’artista – Chi mi conosce lo sa bene, il mio natale è sempre stato tra il soul e il blues passando dal gospel e l’acustico. Da “Stevie Wonder” a “Bing Crosby” da “Mariah Carey” a “Otis Redding” passando dalle “The Ronettes”, questi sono gli interpreti che hanno sicuramente influenzato il mio amore per i classici natalizi e mi hanno ispirato nella ricerca di un mood personale”.
Nuovo singolo per Random, che torna in rotazione radiofonica con Sono Luce (licenza esclusiva Casa Italia Records powered by Believe), estratto da “Montagne Russe”, raccolta che contiene anche “Nudi Nel Letto” e “Ritornerai 2””. In “Sono luce” l’artista ci offre il punto di vista di una madre che raccomanda al proprio figlio di fare attenzione. L’invito per l’ascoltatore è quello di non dimenticare il punto di partenza da dove si è venuti e la meta da raggiungere, senza cambiare se stessi. La produzione del brano è affidata di nuovo a Zenit, al quale si aggiunge, per la prima volta, Shablo, punto di riferimento per la musica urban italiana degli ultimi anni.
È online il video del nuovo singolo di Neno, Bla bla bla (Artist First). Stefano Farinetti, ex concorrente di Amici 19 e terzo classificato al Festival di Castrocaro 2020 propone un brano dal ritmo incalzante e ipnotico che ci svela ulteriori sfaccettature della sua scrittura, in grado di raccontare emozioni profonde attraverso sonorità moderne e accattivanti. In un momento di bombardamento mediatico, il testo ci rimanda alle sensazioni che si scatenano in noi mentre siamo circondati da chiacchiere inutili, che ci confondono e ci fanno perdere di vista le cose importanti. Un viaggio interiore che Neno percorre, passando per lo schermo del suo televisore.
“Il video di “Bla Bla Bla”, proprio come la canzone – racconta Neno – anzi, forse anche di più, vuole essere un’immagine del momento che stiamo vivendo, in cui uno degli stati d’animo ricorrenti è la noia, una noia a sua volta disturbata da un sacco di “bla bla bla” di persone che sembrano conoscere la soluzione a tutto, quando in realtà stiamo tutti cercando di capire e adattarci. Volevamo un luogo tranquillo come quello in cui la maggior parte di noi trascorre oggi il suo tempo, una casa, per ricreare il mood del pezzo che, in fondo, è un grande loop mentale di qualcuno che immagina di essere uscito senza mai in realtà lasciare il posto in cui è”.
Album di debutto per Fudasca, giovane artista, produttore e autore lo-fi italiano che ha collaborato con artisti del calibro di Powfu e Snøw. Il progetto musicale I’m a mess and I make music (Epic Records/ Sony Music Italy) contiene quattordici tracce ed è una sorta di documentario che racconta gli ultimi due anni di vita dell’artista, vissuti combattendo ansia e attacchi di panico, e di come la scrittura di canzoni e la produzione musicale siano stati veicoli per uscirne. Musica, dunque, come terapia. La sua musica è un perfetto mix tra r’n’b moderna, chill drops, hip hop e melodie acustiche.
“Sono un disastro perché ho incasinato quasi tutto in questi ultimi due anni – racconta Fudasca – Ho dormito su un divano per dodici mesi, il mio studio era allestito nella cucina di un piccolo appartamento dove abitavo con la mia famiglia e molto spesso dovevo registrare le mie cose in macchina usando solo il microfono del telefono. In questo periodo ho anche conosciuto una ragazza meravigliosa che mi ha aiutato molto; abbiamo avuto i nostri brutti momenti, ci siamo quasi lasciati, ma poi ci siamo capiti. Mi sono trasferito in una nuova casa, ho attraversato ansia e depressione, ma questo dolore può farti crescere se lo ascolti attentamente. Faccio musica perché è semplicemente l’unico modo che ho per esprimermi: ho sperimentato molti suoni in questo progetto, per comunicare il casino che stavo vivendo, ma posso assicurarvi che ci troverete tutti i colori dell’arcobaleno”.
A ritmo di rime rap, arriva il nuovo singolo di Marco Filadelfia, Jumanji (Artist First). Il cantautore modenese ci descrive l’ambiziosa vita dei giovani d’oggi, che si muovono all’interno di una giungla urbana caotica e materialista.
“Jumanji significa “many effects” in lingua Zulu, quindi tradotto in italiano molteplici effetti – spiega Marco Filadelfia – Il brano rappresenta un viaggio nella fantasia, dove la città è una giungla e gli uomini sono animali, trasformando un concetto surreale in una vera e propria hit dancefloor”.
È Morphina (Dischi Belli/BMG) il suo nuovo singolo, tra pop dalle tinte elettroniche e dance, suoni sintetici e parole chimiche, di Ditonellapiaga. Un brano che parla di corporeità dimenticata, carnalità impetuosa e travolgente che preme per tornare a celebrare la vita.
“Morphina è quanto di più vietato nel 2020 – spiega l’artista – È tutto ciò che mi manca della vita vera e che desidero quando penso al futuro: una cassa dritta, una pista da ballo e le mie mani sulle tue mani, sulle sue mani, sulle mani di lei, di lui, di tutti. Baciarsi, toccarsi, e scomparire tra le braccia, le cosce e le labbra del mondo intero per restarci per un po’, quanto basta, quanto ci serve. E a me serve tanto. Un bisogno matto e disperatissimo”.
Secondo singolo estratto dall’originale spoken album “Lettere da altrove” (Riff Records / the house of love) per il producer, scrittore e regista Lory Muratti che esce con Ostaggi del tempo. Il videoclip, girato in un vecchio ricovero barche sulle sponde del lago di Monate (un luogo-non luogo), ci porta nell’intimità di un silenzioso dialogo tra i due protagonisti, in cui le emozioni trovano la strada per manifestarsi senza maschere e farsi sempre più intense.
“Pagine appuntate da chi non può dimenticare dove la realtà si confonde nelle pieghe della memoria rivelandosi alla coscienza soltanto nel finale – afferma Lory Muratti – Lo spazio e il tempo si sovvertono così in un giorno di primavera che è in verità lo scorcio di un’estate in anticipo. L’intenso ricordo di un momento che, nel suo essere unico e irripetibile, diventa ragione di vita. In quella che somiglia in tutto a una lettera scritta dal futuro per non dimenticare e declinata in musica, parole e visioni, prende quindi forza un richiamo alla vita intenso e luminoso nel suo essere intriso della nostalgia per un tempo che, seppur appaia presente, è già passato”.
Estratto dall’album di esordio “Figli delle favole” (Dischi dei Sognatori, distribuito da Warner Music Italia), concept album incentrato sul mondo delle favole e sugli insegnamenti che possiamo trarre da esse, arriva in rotazione radiofonica La bocca del cuore di Matteo Faustini. Scritto interamente dallo stesso cantautore bresciano, il brano racconta la fine di un’intensa storia d’amore, un ultimo addio alla persona profondamente amata che ha lasciato un’impronta digitale nella vita e nel cuore del cantautore.
“Il perdono è difficile da ottenere, ma ancora più difficile da dare – asserisce Faustini – È molto più facile aggrapparsi al rancore – dichiara Matteo Faustini – In questo brano parlo di amore, quello vero, quello che perdona. Ci siamo amati e poi lasciati, ma sono enormemente grato di quello che ho avuto e non lo rinnego, di quello che ho imparato e non lo dimentico, di come sono migliorato grazie all’amore e al dolore che ne è derivato. Non c’è più rabbia, non c’è più gelosia, solo una malinconica accettazione. Quella persona è in una stanza del mio cuore, chiusa a chiave, ma è lì, e scelgo di onorare ciò che ho avuto e di non dimenticarlo, perché fa parte di me”.