PERUGIA – Discutere delle novità che arrivano dall’Unione europea per le imprese agroalimentari e per i territori rurali come l’Umbria e delle strategie da intraprendere per favorire lo sviluppo degli stessi nel periodo post Covid-19. Di questo e molto altro si è discusso nel webinar ‘Pac e Psr: le novità post Covid-19’, organizzato venerdì 22 maggio da Europe direct- Umbria e Centro per lo sviluppo agricolo e rurale (Cesar).
“In Umbria – ha spiegato Frascarelli – i fondi Ue per la Politica agricola comune e il Programma di sviluppo rurale sono 220 milioni di euro all’anno, di cui 135 milioni per il Psr e 85 milioni per il primo pilastro della Pac. L’Unione europea è intervenuta in maniera importante per sostenere le imprese colpite dell’emergenza Covid-19. Ha concesso delle proroghe sulle domande Pac e su adempimenti burocratici; sul versante liquidità, ha previsto degli anticipi sui sostegni che le aziende ricevono da Pac e Psr. Queste risorse normalmente arrivavano da ottobre in poi mentre adesso sono attese tra giugno e luglio. Il Decreto Rilancio ha inoltre previsto un intervento per il mercato del vino, che ha visto ridursi drasticamente le vendite: per evitare eccedenze di prodotto, consentirà la cosiddetta ‘vendemmia verde parziale’, attraverso un sostegno agli agricoltori che decideranno di tagliare i grappoli senza prevedere la raccolta. Sono stati, inoltre, attivati gli ammassi per carni bovine e formaggi, per alleggerire il mercato dalla crisi di domanda. Infine, rispetto al Psr ci sarà la possibilità di dedicare una specifica misura per le imprese che hanno subìto conseguenze negative a causa di Covid-19. Per l’Umbria si potrebbe arrivare fino a 18 milioni di euro”.
“Sono iniziative come questa che di fatto fanno sentire l’Europa più vicina. Interloquire con l’onorevole De Castro ha consentito ai circa 400 partecipanti di conoscere da vicino quello che fa il Parlamento europeo, in accordo e spesso anche in contrasto con la Commissione europea. Soprattutto nelle fase inziali dell’emergenza Covid, le istituzioni comunitarie non hanno curato la comunicazione facendo passare messaggi oggettivamente incompressibili, alimentando un frattura tra i cittadini e istituzioni comunitarie. Ma ora è il momento di lavorare all’unisono, con una maggiore attenzione da parte delle istituzioni europee alle dinamiche locale, per riprendere ed attuare i principi e i proposti dei fondatori dell’Europa”.
“Vorrei lanciare un messaggio dall’Umbria – ha dichiarato Oliviero –. È arrivato il momento di accettare la sfida della costruzione degli Stati Uniti d’Europa. È una sfida culturale, me ne rendo conto, che poggia sul benessere, che è innanzitutto la salute delle persone. La salute, a sua volta, poggia anche sulla filiera agroalimentare e altri strumenti messi a disposizione dall’Ue, come il Psr o la Pac. Oggi abbiamo bisogno di acquistare un senso di dimensione comunitario, non solo della dimensione politica, e di promuovere azioni positive a partire dal livello locale. Da qui l’importanza delle università, soprattutto di quelle pubbliche”.