PRAGA – La bellezza per imparare la lingua italiana, cosa potrebbe esserci di meglio? L’esempio pratica arriva da Praga, dove il nostro Istituto Italiano di Cultura ha promosso un evento in calendario per il 12 febbraio, dove le protagoniste saranno addirittura le Cascate delle Marmore, insieme ai sapori della Calabria. Un’iniziativa che prende le mosse dalla proposizione delle magnifiche cascate umbre nell’opera grafica antica e moderna e che richiama quel grande patrimonio d’arte ravvisabile in uno straordinario museo diffuso per valorizzare il percorso artistico dei pittori en plein air.
Tra il ‘700 e il ‘800, l’area geografica del Ternano ha visto la straordinaria presenza di pittori europei che hanno dipinto dal vero, tanto che la riscoperta della loro arte è diventa un prezioso progetto di promozione culturale e turistica anche grazie ad una delle più importanti collezioni di dipinti appartenenti al periodo plenarista e all’impegno profuso negli scorsi anni dalla Fondazione Carit.
Ma andiamo per ordine. L’evento nella capitale della Repubblica Ceca rientra nel quadro di una serie di iniziative che gli Istituti di cultura italiana stanno promuovendo nel mondo per la valorizzazione della cultura e della lingua del Bel Paese. Questo di Praga fa parte del progetto “Impariamo l’italiano attraverso le bellezze del territorio” e vede l’organizzazione di Aistel Aps con il patrocinio dell’Associazione Amici dell’Italia. I lavori saranno introdotto dalla direttrice dell’Icc Alberta Laie e vedrà la participazione di Bruno Vescarelli, che presenterà il proprio volume “La Cascata delle Marmore nell’opera grafica antica e moderna”; Domenico Arena, vice presidente dell’Aistel Aps – Associazione italiana servizi e tempo libero di promozione sociale, delegazione di Crotone, con una relazione su “Sapori e colori di Calabria”; concluderà il presidente nazionale Aistel Aps, Sandro Pascarelli. I lavori, in lingua italiana con traduzione consecutiva in ceco, saranno moderati dalla professoressa Rosella Mastodonti, responsabile della Sezione cultura di Aistel Aps. A conclusione degli interventi è prevista una degustazione di prodotti tipici dei territori presentati.
Plenaristi, si diceva. La Cascata delle Marmore ritratta da Jean Baptiste Camille Corot e da Achille Etna Michallon, il Ponte di Narni sempre di Corot, sono alcuni esempi di inestimabili opere che rappresentano una pietra miliare per quel movimento artistico a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento che viene oggi individuato come quello dei Plenaristi. Una grande schiera di pittori provenienti da molti paesi europei in quegli anni vennero in Italia attratti dal paesaggio, dalla natura, dalle rovine romane e greche dando vita ad un grande patrimonio artistico che con l’innovazione della pittura en plein air – quella “dal vero” – ha fatto da premessa all’Impressionismo francese.
Tra i luoghi più amati e ammirati in quell’epoca, figura senz’altro l’area della Cascata delle Marmore, di Piediluco, Papigno, fino alla Via Flaminia ternana segnata nel confine verso Roma dal superbo Ponte d’Augusto che ispirò Corot nel suo celeberrimo quadro.
Promosso dal Comune di Terni con il Comune di Narni, con il supporto della Fondazione Carit Cassa di Risparmio di Terni e Narni, la collaborazione del Garden Club di Terni e l’apporto di studiosi quali Anna Ottani Cavina e dell’artista Franco Passalacqua, che ne è stato l’ideatore, si è venuto a creare un progetto denominato “I Luoghi ritrovati di una Valle Incantata – Documentario, Itinerario e progetto di Museo Diffuso dei plenaristi nella Valle del Nera” che porta all’attenzione del pubblico e degli storici dell’arte l’esperienza della pittura en plein air.
Promosso dal Comune di Terni con il Comune di Narni, con il supporto della Fondazione Carit Cassa di Risparmio di Terni e Narni, la collaborazione del Garden Club di Terni e l’apporto di studiosi quali Anna Ottani Cavina e dell’artista Franco Passalacqua, che ne è stato l’ideatore, negli scorsi anni è stato creato un progetto denominato “I Luoghi ritrovati di una Valle Incantata – Documentario, Itinerario e progetto di Museo Diffuso dei plenaristi nella Valle del Nera” che ha portato all’attenzione del pubblico e degli storici dell’arte l’esperienza della pittura en plein air. Quello che le opere dei plenaristi regalano, sono le prime immagini a colori dell’Italia, molti anni prima della scoperta della fotografia. Quadri che venivano eseguiti all’aria aperta da pittori che mentre dipingevano, potevano sentire il rumore delle acque di un fiume, il ronzio di un calabrone o il tuono di un temporale: la natura e le bellezze del paesaggio erano protagoniste assolute.