PERUGIA – Non siamo tutti uguali e forse mai lo saremo, chissà? Ci dividono ancora oggi credi religiosi, appartenenze a classi sociali diverse, guerre, sud e nord del mondo, progetti, cultura. Eppure sin dai tempi dei moti rivoluzionari francesi, l’egalité insieme alla fraternità e alla libertà, rimane tra i principi e massima aspirazione degli uomini. Perché? Perché in fin dei conti è connaturato alla nostra umanità quel senso di giustizia, quell’equilibrio salomonico che ci induce ad alimentare quell’operazione incessante “contra naturam” di ribilanciamento di quelle che ci appaino ingiustizie che puniscono alcuni e premiano altri, spesso senza meriti, ma solo per l’affermazione di un potere o di un prepotere. E’ un problema etico annesso alla categoria del nostro Super Io, come lo definirebbe Freud, che interpreta la realtà attraverso una coscienza che anela alla speranza e in altri termini ad offrire una prospettiva migliore a chi non potrebbe permetterselo. Illusione? Inganno o sogno? Difficile rispondere così come difficile è definire categorie diverse nel limine tra illusione e sogno. Fatto sta che spesso è necessario illudersi, più spesso è importante sognare ed impegnarsi perché il sogno diventi realtà. Anche se alcuni sogni sono più potenti di altri e hanno la capacità forse di irretirci, di illanguidirci, di scioglierci di fronte alla crudezza della realtà. Immagina un mondo dove la gente vive tutta la vita in pace. Canta così John Lennon nel 1971, anno difficile del culmine della guerra in Vietnam. I Beatles si sono già sciolti e Lennon vive la sua intensa storia di amore – che più tardi si tradurrà anche in storia di affari – con Yoko Ono nel culto dell’Oriente e del fascino di una cultura altra e che promette un eterno presente. Il sogno conquista il mondo perché getta il cuore oltre l’ostacolo, offre una prospettiva diversa. Immagina – canta Lennon – un mondo senza paradiso, ma neanche senza inferno, immagina che non ci siano patrie, niente per cui uccidere o morire: il sogno rilascia tutta la sua potenza nell’era della guerra che più di altre scosse le nuove generazioni, dagli hippie agli hipster che si unirono nell’ideale della pace e della fratellanza. Ecco il sogno, ecco riapparire i tre fondamenti propulsivi e rivoluzionari che cambiarono il mondo moderno in quello contemporaneo. Libertà, fraternità e uguaglianza. Non siamo tutti uguali, forse mai lo saremo, ma sognarlo rimane un nostro anelito che sospinge ancora oggi alcuni ideali, oggi più che mai “depurati” dalle ideologie, sia politiche che religiose. Imagine è un inno che traduce un sogno anche al di là della lettura che ne offrì John Lennon stesso: “Imagine – disse – è un brano “anti-religioso, anti-nazionalista, anti-convenzionale e anti-capitalista, e viene accettato solo perché è coperto di zucchero”. Insomma, una lettura sicuramente differente; e non a caso lo stesso Lennon lo avvicinò più al Manifesto del Partito Comunista, rispetto a un Inno pacifista. In realtà più che un manifesto comunista, Lennon scrisse il desiderio di molti e nonostante le stesso brano invochi il superamento delle religioni e una visione ultraterrena che non contempli paradisi e inferni, il brano presenta aspetti insospettabili di spiritualità orientaleggiante ponendosi nella linea di confine del perfetto equilibrio tra Yin e Yang, tra nero e bianco, tra bene e male, tra notte e giorno. E’ questo equilibrio anche frutto di uno stato mentale che l’Oriente insegna si ottiene attraverso la meditazione: uno stato di illuminazione che indica la via di un eterno presente, di un continuo qui e ora. E’ questo il vero “paradiso” cantato da John Lennon, un paradiso che non contempla squilibri, uno stato di grazia che è anche contemplazione e allo stesso tempo nutrimento di una coscienza che Lacan individuerebbe tra Io e Non Io e che Jung annetterebbe al concetto di sincronicità. Imagine ha compiuto il 9 settembre scorso 50 anni, dopo essere stata suonata durante i live dei più grandi artisti di sempre. Ad aver coverizzato Imagine ci sono Lady Gaga, Elton John, I Queen, Eddie Wedder, Madonna, Peter Gabriel, i Guns N’ Roses, David Bowie, Neil Young e molti altri. Nel 2018 Imagine è diventato anche un lungometraggio diretto e prodotto da Yoko Ono. Un film musicale che racconta fra sogno e realtà gli anni del disco di Lennon.