“Non ti serve sapere tutto. Lascia andare il passato”
Ubbe e Floki che osservano il calar del sole. Con questa scena si chiude il cerchio intorno alla gesta del guerriero vichingo Ragnarr Loðbrók – interpretato da Travis Fimmel, che rimane l’unico personaggio indimenticabile della storia, al solo aleggiare del nome – con l’ultima puntata di Vikings. La serie tv ideata da Michael Hirst in onda su Tim Vision, tanto amata dal grande pubblico, ha così trovato il suo finale nella seconda parte della sesta e ultima stagione .
La fine dell’era degli eroi – Con le guerre incessanti per la conquista del trono di Kattegat e la morte di Bjorn la Corazza – ultimo simbolo di gloria e potere, interpretato da Alexander Ludwig – termina l’era degli eroi e Ubbe (Jordan Patrick Smith), suo fratellastro e ultimo figlio di Ragnarr ancora in vita, riparte da zero con l’amata Torvi (Georgia Hirst) e il fidato Floki (Gustaf Skarsgård), come suo padre fece anni indietro, prima di diventare Re di Kattegat. Forse unico finale plausibile per una serie nata per lasciare il segno, ma poi affievolitasi purtroppo con lo scorrer del tempo. E se Bjorn rappresenta il momento apice della gloria del padre nel pieno della sua voglia di espansione e di lustro davanti agli occhi dei suoi dei, Ubbe ci riconduce a una versione che unisce il giovane contadino all’uomo più maturo e riflessivo, influenzato dalla conoscenza e dalla comprensione del Dio cristiano del genitore. Nel caso di quest’ultimo portata dal forte legame di Ragnarr con il monaco Athelstan e dalla sua controversa amicizia con Re Ecbert. La visione di un essere umano che ritrova se stesso e il senso della vita, sentendosi parte della terra che lo ospita, senza brama eccessiva di potere assoluto, e pronto a trovare pace in un luogo che può offrire a lui e alla sua comunità una serenità impagabile. Il guerriero depone le armi e torna a essere ciò per cui è nato. Riabbraccia il suo scopo primario.
Una scelta che Ubbe, come dicevamo, condividerà con un altro personaggio che ha sempre riscosso il favore del pubblico, Floki. Colui che inizialmente parte guerriero impavido e violento, genio costruttore di navi, per trasformarsi infine – dopo una serie di esperienze, perdite e divine rivelazioni – in una sorta di saggio profeta. E qui, nella scena finale, i due comprimari trovano quello che gli altri protagonisti non sono mai riusciti a raggiungere, una sorta di Valhalla terreno.
Se dalle prime puntate della prima serie abbiamo avuto un crescendo di emozioni, un gioco meraviglioso di costumi e usanze del popolo norreno, una trama intrigante e coinvolgente, alla fine della quarta la storia inizia a prendere una piega a tratti forse più prevedibile e, nonostante il tentativo di continuare a sviluppare la narrazione, chiaro ci sembra che, con la morte di Ragnarr, Vikings aveva già probabilmente trovato allora il suo epilogo, a dispetto della sete di vendetta o di conquista del popolo vichingo. La storia termina difatti tra alti e bassi delle ultime due serie, più impregnate di introspettivi viaggi psicologici dei personaggi che segnate da vicende memorabili. Nonostante tutto, però, rimanere orfani di un colossal come questo ci lascia un po’ di amaro in bocca.
Un unico grande personaggio – Molti i personaggi interessanti che hanno affiancato o si sono susseguiti dopo Ragnarr nell’arco delle puntate di questi sei anni, dall’affascinante e rozzo guerriero Rollo (Clive Standen) alla forte Lagherta (Katheryn Winnick), dal folle e inquietante Ivar Senz’ossa (Alex Høgh) al vescovo guerriero Heahmund (Jonathan Rhys Meyers), ma nessuno è riuscito a eguagliare il carisma di colui che è simbolo inequivocabile del fiero norreno e che ritrova nel finale solo parte dei suoi tratti nel figlio Ubbe, grazie anche alla notevole somiglianza fisica fra i due attori.
Il trailer della seconda parte dell’ultima stagione
Il sequel – Cresce ora l’attesa per i fan del genere per il sequel Vikings Valhalla, nuova serie targata Netflix, prodotta da MGM Productions, in uscita probabilmente in questo 2021, che – secondo le poche informazioni reperibili al momento – ci catapulterà a 100 anni di distanza da dove eravamo rimasti in Vikings, probabilmente incentrata sulle avventure dei grandi vichinghi, tra cui Leif Erikson, Freydis Eriksdottir, Harald Harada e Guglielmo il Conquistatore, e sull’avanzare del Regno d’Inghilterra. Quindi, ci viene da supporre, un proseguo della “lotta” religiosa fra il Dio cristiano e gli Dei del Valhalla.
La serie completa Vikings è su Tim Vision.