TERNI – Un progetto più approfondito e arricchito per il nuovo Teatro Verdi, rispetto a quello prospettato lo scorso mese di settembre, è stato presentato stamani (9 giugno) dall’amministrazione comunale di Terni.
Novità più consistente, ha spiegato il sindaco Leonardo Latini, “riguarda l’organizzazione delle fasi costruttive. Grazie alla disponibilità della Fondazione Carit è stato possibile implementare le azioni comprese nel primo stralcio. Come si ricorderà, infatti il primo stralcio funzionale, già finanziato, comprendeva la demolizione e lo smontaggio dell’edificio novecentesco e della torre scenica, tranne la facciata ottocentesca e la realizzazione nella parte sottostante della sala del ridotto. In seguito ad un finanziamento di recente deliberato dal consiglio d’amministrazione della Fondazione Carit, siamo invece ora in grado di anticipare al primo stralcio anche la costruzione dell’involucro del nuovo teatro”.
Inoltre, come aggiunto dall’assessore ai lavori pubblici Benedetta Salvati, “sulla base di una brillante soluzione ideata dai progettisti, la parte posteriore del teatro, quella su largo Sant’Agape, dove dovrà poi sorgere la nuova torre scenica, potrà essere allestita come piazza urbana provvisoria, con un arredo speciale e con alcune particolarità: la prima è l’inserimento nella facciata posteriore del nuovo involucro del teatro di una grande vetrata (anch’essa provvisoria) che consentirà ai cittadini e a tutti coloro che transiteranno o sosteranno nella nuova piazza di seguire i lavori all’interno del teatro”.
Altra novità è la realizzazione sulla stessa piazza dell’ingresso per il ridotto, anche in questo caso con un allestimento speciale: il nuovo largo sant’Agape (nel retro del teatro) sarà infatti immediatamente riqualificato e potrà essere vissuto dai cittadini con nuove funzioni, anche in qualità di spazio per eventi. “L’involucro del nuovo teatro sarà, in questa prima fase che ci auguriamo la più breve possibile, un grande contenitore vuoto, ma per certi versi affascinante, quasi come l’interno di una cattedrale in costruzione. Insieme agli architetti stiamo valutando la possibilità di utilizzarlo, sempre provvisoriamente, per alcuni eventi”.
Un sentito ringraziamento è stato rivolto alla Fondazione Carit che ha messo a disposizione 2,3 milioni per l’integrazione e il completamento del primo stralcio. In merito, il presidente della Fondazione Carit Luigi Carlini ha espresso la soddisfazione della Fondazione per l’avanzamento del progetto “che continueremo a sostenere anche nelle fasi successive” e che “è da considerare di fondamentale importanza per la città, per la sua cultura, per la sua attrattività, per il suo futuro”.
All’architetto Marcello Galiotto è spettato il compito di illustrare i criteri e le scelte che hanno guidato i progettisti che hanno agito tenendo in forte considerazione il dialogo e il rapporto del nuovo teatro con la storia e il tessuto urbano di Terni. “In primo luogo – ha detto Galiotto – è stato preso in considerazione il rapporto che si instaura tra le nuove volumetrie introdotte dal progetto e le trasformazioni che il tessuto urbano ha subito nel corso del tempo. Poi ci siamo posti l’obiettivo di far emergere le relazioni di tipo formale, figurativo e materico tra il progetto per il restauro e la ricostruzione del Teatro Verdi e il contesto urbano del centro storico della città, mantenendo come tematica principale le diverse matericità degli edifici e del relativo contesto urbano presi a riferimento dal progetto, in relazione all’epoca di costruzione. In particolare, il nuovo bordo esterno e il nuovo volume su Via dell’Ospedale, attraverso la muratura perimetrale in laterizio facciavista ricercano un dialogo con il trecentesco Palazzo Carrara, attraverso la riproposizione di una cromia e matericità analoghe al laterizio dalle tinte color miele delle murature prive di intonaco della facciata del palazzo”.
Per quanto riguarda “La poderosa mole del cinquecentesco Palazzo Spada e la scabra matericità della sua facciata costellata dalle buche pontaie vogliono invece riecheggiare nel nuovo volume emergente della torre scenica in cemento bocciardato dalle tinte terrose”. “La citazione di Palazzo Spada messa in scena attraverso la riproposizione di analoghe proporzioni volumetriche, caratteristiche materiche e dell’elemento figurativo della buca pontaia, aspira a collocare il nuovo volume della torre scenica nell’immaginario della città di Terni. Attraverso il dialogo che il Teatro vuole stabilire con uno degli edifici più rappresentativi della città si vuole stabilire il legame con un’altra delle epoche principali per la costruzione di Terni, il ‘500. La Terni moderna ridolfiana, nel dialogo che instaura con la Terni antica, si ritiene vada, in un certo senso, a consolidare l’immagine del “non-finito” che caratterizza la città antica. Lo stesso “ridolfismo”, porta avanti anch’esso la costruzione di quell’immagine della città fortemente contraddistinta dalla matericità e dalle cromie dei materiali da costruzione che vengono dichiarati in facciata attraverso la scelta di non utilizzare l’intonaco. La pietra locale e il laterizio ritrovano così, con Ridolfi e l’edilizia che ne fa seguito, il loro ruolo nei tamponamenti dei telai in cemento armato che definiscono la trama delle facciate di molti palazzi del centro storico. I due materiali, il cemento e il laterizio tornano entrambi nel progetto per il teatro, ed in particolare nella torre scenica, introducendo un ulteriore dialogo con la città novecentesca di ricostruzione post-bellica”.
A concludere, l’assessore Salvati ha ringraziato i progettisti e i tecnici dell’assessorato, in particolare gli architetti Piero Giorgini e Mauro Cinti. “Ci aspettano altri sei mesi molto intensi, perché entro il 2021 dovremo aver assegnato i lavori che inizieremo all’inizio del 2022”. Per quel che concerne i finanziamenti relativi al secondo stralcio i tecnici e l’assessore hanno ricordato che il Comune ha di recente partecipato a un bando su fondi del PNRR e si è in attesa di una risposta.