PERUGIA – Il 2025 fotografico – in una Perugia che anelava da tempo a un’offerta di spessore in tal senso -, si apre con la possibilità di visitare la mostra di un fotografo ineguagliabile come Robert Doisneau. Per la prima volta in Umbria e visitabile fino ai primi di maggio, la mostra “In breve, Robert Doisneau” curata da Alessandra Mauro, contempla una trentina dei più celebri scatti del maestro francese: una selezione messa a punto con i suoi eredi e l’Atelier Robert Doisneau di Parigi, nello spazio CAMERA OSCURA dedicato alla fotografia, allestito all’interno del percorso espositivo della Galleria Nazionale dell’Umbria.
Padre della street photography degli anni del dopoguerra e del bianco e nero, Doisneau è oggi riconosciuto come un maestro del Novecento che in ogni sua fotografia è stato in grado di raccontare la vita, le ambizioni, i sogni degli sconosciuti che fotografava per strada. Sono questi ultimi i veri soggetti del suo lavoro; grazie al suo spirito di osservazione – e anche a una buona dose di fortuna -, il fotografo francese ha collezionato e immortalato momenti di vita collettiva irripetibili e magici, facendo di questa cifra stilistica una firma che resiste nel tempo.
Robert Doisneau, l’uomo e il fotografo
“Quello che io cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere”. R. Doisneau
Robert Doisneau (1912-1994) è stato uno dei fotografi più celebri del XX secolo, noto per le sue immagini poetiche e umanistiche che catturano la vita quotidiana a Parigi. Nato a Gentilly, nei sobborghi parigini, Doisneau si formò dapprima come litografo. Entrò nel mondo della fotografia pubblicitaria e industriale, lavorando per Renault negli anni ’30 ma ben presto capì che la sua vera passione era documentare il mondo e le persone. Doisneau si dedicò a immortalare la vita urbana, privilegiando i momenti intimi e gli aspetti più genuini e talvolta ironici dell’esistenza umana. Durante la Seconda Guerra Mondiale lavorò come fotografo freelance, producendo reportage per riviste come Vogue e collaborando con l’agenzia Rapho.
Doisneau era un maestro nel cogliere momenti di bellezza nella quotidianità, spesso lavorando con discrezione e rispettando i suoi soggetti. Sebbene le sue immagini trasmettano un senso di spontaneità, molte delle sue scene erano accuratamente orchestrate, una caratteristica che gli permise di fondere realismo e arte in modo inconfondibile. La sua carriera si estese per oltre cinque decenni, durante i quali Doisneau celebrò l’umanità nelle sue forme più semplici, lasciando un’eredità visiva senza tempo. Ancora oggi, è uno dei maestri più amati della fotografia; un fotografo che ha trovato il coraggio di raccontare la realtà per immagini, senza filtri e abbellimenti, a volte cruda ma, proprio per questo, estremamente ‘umana’.
Il Bacio dell’Hotel de Ville: messa in scena o realtà?
Grazie alla curatrice della mostra, Alessandra Mauro, ricostruiamo dal catalogo la storia della più celebre fotografia di Doisneau: “la rivista Life chiede a Robert Doisneau di illustrare come, più o meno fantasiosamente, i parigini si scambino effusioni in pubblico incuranti del pudore e del bisogno di preservare la loro intimità. Del resto, in quell’inizio degli anni Cinquanta la fama di Parigi come città dell’amore è uno stereotipo e insieme un sogno condiviso da europei e americani.
Doisneau cerca di capire come risolvere la questione. Certo, può tentare di cogliere i baci degli amanti occasionali. Ma li troverà? E poi, saranno le situazioni giuste? Non si rischierà di “bucare” il servizio? In cerca di ispirazione, si ferma per schiarirsi le idee e bere un bicchiere in un bistrot presso Les Invalides. Lì, una coppia attrae la sua attenzione.
Sono giovani, belli e visibilmente innamorati. Li raggiunge, ci parla. Si tratta di due aspiranti attori, Françoise Delbart, 20 anni, e Jacques Carteaud, 23. Nasce l’idea, quasi un gioco, di girare per Parigi con loro. “Non vi dispiacerà baciarvi di fronte alla mia macchina fotografica?”, chiede il gentile e premuroso fotografo. Niente affatto. Ci piace baciarci. Rispondono sorridendo. “Monsieur Doisneau ci portò in tre differenti posti di Parigi per le riprese, ricorda Françoise. Camminammo tanto. È stato un gioco, un bellissimo momento di piena libertà per noi. Tutto quello che dovevamo fare, era restare a circa 4 metri da lui e baciarci. Per prima cosa, siamo andati a Place de la Concorde, poi sulla Rue de Rivoli e alla fine, all’Hotel de Ville”. E proprio lì, di fronte all’imponente municipio cittadino, nasce la foto.» Alessandra Mauro, dal catalogo
Doisneau aveva uno stile che spesso giocava con la spontaneità apparente, e questa foto non fa eccezione. Sebbene orchestrata, la fotografia riesce a trasmettere un’autenticità emotiva che l’ha resa un simbolo universale dell’amore romantico. Doisneau stesso spiegò che aveva organizzato la scena perché fotografare baci reali nelle strade di Parigi poteva risultare invasivo e poco etico.
La mostra è realizzata con il supporto de L’orologio società cooperativa – Business Unit Sistema Museo e il contributo del Gruppo Fiorenzoni. Radio Monte Carlo è la radio ufficiale della mostra.