Sarà la musica immortale di Beethoven a risuonare a palazzo della Corgna. “Un dialogo – si legge nella presentazione del concerto – tra le scene storiche e mitologiche che illustrano le volte del Palazzo, e le note che il compositore ha dedicato alla musica da Camera più varia: strumentale e vocale. Strumentale – con i Trii per Pianoforte ed Archi op.1 in do minore, ed op.11 in Sib maggiore, che tracciano un percorso decisamente imprevedibile all’interno della poetica beethoveniana, dal momento che l’op.1, anagraficamente più giovane, presenta quei tratti tipici della scrittura più matura del compositore che non compaiono, invece, nella successiva op.11; e Musica da Camera vocale, poi, con alcuni estratti dalle raccolte di Volkslieder di diverse nazionalità, che ben si legano al colore generale dell’op.11 il cui finale Tema con Variazioni di carattere popolareggiante informa l’intera composizione. Da sottolineare che i due Trii beethoveniani portano la dedica di due grandi mecenati viennesi: il conte Karl Alois Lichnowsky per l’op.1, e la contessa Maria Wilhelmine von Thun per l’op.11, peraltro legati da stretti rapporti familiari essendo, la seconda, suocera del primo. Così come merita rammentare che le eleganti pitture che ornano le sale del Palazzo Ducale con storie mitologiche ed eroiche gesta dei padroni di casa, firmate da Niccolò Circignani, meglio noto come il Pomarancio, e dalla sua squadra di aiutanti, furono commissionate dalla famiglia Della Corgna. Solo uno spunto di riflessione che potrebbe schiudere infinite pagine di giusto elogio o altrettanto plausibile polemica. Resta, tuttavia – ancora a secoli di distanza – la forza dirompente del valore assoluto dell’Arte, la cui compiuta bellezza arriva a toccare, attraverso la vista e l’udito, l’anima di ognuno di noi.