Il Prog del Terzo Millennio #8: Ubi Maior – Bestie, uomini e dei

La formazione degli Ubi Maior è nata nel 1998 a Milano. I componenti attuali sono Marcella Arganese alla chitarra, Mario Moi alla voce, violino e tromba, Alessandro di Caprio alla batteria, Gianmaria Giardino al basso e Gabriele Manzini alle tastiere.

Dopo aver fatto diversi concerti nei primi anni del nuovo millennio ed aver partecipato alla celebrazione del trentennale del gruppo Un Biglietto per l’inferno pubblicano il primo disco, “Nostos” nel 2005, nella tradizione del miglior prog italico.

È invece del 2009 il secondo disco, “Senza tempo”, con una crescita qualitativa pur se molto legato al rock sinfonico italiano.

Nel 2015 esce l’album “Incanti bio meccanici”, grazie al quale l’anno successivo andranno in tour in Europa e di partecipare al festival di Veruno.

La copertina del disco “Bestie, uomini e dei”

Il 2020 è l’anno del disco di cui ci occupiamo, “Bestie, uomini e dei”. Si tratta di un disco dalle sonorità interessanti forse più vicine al neo prog che in passato; gradevoli sono gli intrecci tastieristici e l’utilizzo di tromba e violino, che conferiscono un tono solenne al sound del gruppo.

Il disco è aperto da “Nero notte”, in odore di neo prog con la chitarra in evidenza assieme alla voce ed al violino di Moi.

A seguire troviamo “Misteri di Tessaglia” dal soffice inizio in cui dialogano la voce, che vagamente ricorda quella di Alberto Fortis, il piano ed il violino. Quindi si fa strada la ritmica ed un buon solo di chitarra.

“Wendigo” ha il difetto di un cantato un po’ troppo invadente e dal punto di visto melodico, anche se con buoni spunti, non colpisce nel segno.

Lo strumentale “Nessie” è forse la mia preferita con la sua andatura tra prog, fusion e jazz; davvero un bel brano con tastiere e chitarra su tutti.

“Fabula sirenis”, con il cantato in parte in falsetto, è un altro brano interessante; le soluzioni strumentali adottate risultano azzeccate.

Chiude l’album la title track, “Bestie, uomini e dei”, la più lunga del lotto con suoi quasi dieci minuti. Buona la parte cantata, la chitarra e le tastiere per un ottimo finale.

Anche questo disco conferma che ci sono formazioni davvero interessanti dedite al prog; è un’ottima notizia.

Alfredo Buonumori: Perugino, diploma di maturità classica, commerciante per una ventina d’anni, da sempre appassionato di musica (tutta quella bella), ma il cuore batte più forte per il progressive rock, il primo amore, e per il jazz. Dal 2019 fa attivamente parte di un’associazione culturale-musicale che si occupa della diffusione della musica progressive rock.