Con oggi iniziamo a parlare del nuovo corso del prog; un genere che pur avendo circa cinquant’anni sulle spalle continua ad emozionarci.
E ci sono band che pur avendo fatto una gavetta ultra decennale solo ora si affacciano (anche per la difficoltà del mercato della musica su supporto fisico), nel mondo discografico.
E’ ad esempio il caso degli Wish, il cui progetto è nato quasi trent’anni fa, che cullano da allora l’idea di un album concept (elemento caratterizzante del genere musicale proposto).
Nella seconda parte del 2019 viene pubblicato il loro esordio, Stay here my friends, titolo quasi profetico alla luce dell’emergenza coronavirus. Infatti l’argomento in oggetto, l’amicizia (in questo periodo quasi esclusivamente virtuale), rende ancora più necessaria in questa fase la vicinanza degli amici.
Si tratta di sei brani, cantati in inglese; un sound attuale che non disdegna le influenze di diversi gruppi del passato, non soltanto prog, evidentemente cari ai membri della formazione.
Si parte con lo strumentale Like a yes, e si è subito catapultati in atmosfere, grazie al contrappunto tastiere – basso, piuttosto seventies; nel finale anche la chitarra fa la sua parte. Ancora Deep wish, (brano tra i più lunghi dell’album, circa 9 minuti), che parte con un riff di chitarra quasi heavy e si dipana poi in momenti più rarefatti; il tutto si incastra bene formando una piccola suite.
Dancing with myself, dall’intro (e non solo), floydiano, dove le tastiere diventano dominanti assieme alla chitarra arpeggiata, con intrecci di basso e batteria.
E’ la volta di Scramble eggs, con le chitarre, elettriche ed acustiche, in primo piano; poi la melodia, grazie al pianoforte ed alle tastiere e ad un bel giro di basso ha il sopravvento in quest’altro brano strumentale.
Church è la penultima traccia del disco; le atmosfere si fanno cupe, il cantato in inglese appesantisce quello che è il brano più lungo della selezione; non mancano momenti melodici, che personalmente preferisco.
Il disco termina con la title track Stay here my friends, dall’intro pianistico, che alterna fasi movimentate ad altre più quiete.
Ho conosciuto parte della formazione durante l’evento Domenica Prog, con cui è stata presentata l’associazione Trasimeno Prog, di cui faccio parte. Molto simpatici e disponibili, appena è capitata l’occasione l’abbiamo coinvolti in una delle iniziative (virtuali), promosse nel corso il lockdown.
Se volete farvi un’idea della loro proposta ecco il link al video registrato per l’occasione dove presentano un collage con frammenti dell’album:
https://www.facebook.com/
Che Stay here my friends, album che se amate questo genere troverete senz’altro gradevole, possa rappresentare l’inizio di una luminosa carriera per i Wish.