PERUGIA – Un’operazione che richiede estrema cura, professionalità, mezzi e tecniche adeguati e alla fine ecco che analizzando il naturale degrado dell’opera, la diagnostica può fornire indicazioni e confermare informazioni provenienti da fonti diverse, ovvero archeologiche, epigrafiche, archivistiche, storiche e scientifiche, non solo legate allo stato di conservazione, ma anche relative alla storia, alle trasformazioni subite nel tempo e alla tecnica esecutiva dell’opera. L’interazione tra campi di ricerca diversi, permettono infatti di esplorare a tutto campo l’opera d’arte interessata e fornire un ampio spettro di informazioni. Uno strumento dunque indispensabile per chi opera nell’arte per approfondire la conoscenza di un qualsiasi manufatto.
Proprio in questi giorni ad essere sottoposto ai “raggi x dell’arte”, è il Nobile Collegio del Cambio di Perugia. Si tratta di una delle tappe nel complesso percorso del progetto “Luci e colori sul Rinascimento umbro, da Perugino a Raffaello. Indagini diagnostiche sulla materia e le tecniche esecutive” coordinato da Vittoria Garibaldi e Manuela Vagnini del Laboratorio di Diagnostica per i Beni Culturali (LabDia).
Grazie alla Fondazione Perugia e dal Comitato promotore delle celebrazioni per il V centenario dalla morte di Pietro Perugino, interessa 36 dipinti, ad affresco, su tavola o tela, lasciati dal maestro a Bettona, Cerqueto, Città della Pieve, Corciano, Deruta, Foligno, Fontignano, Montefalco, Monteleone d’Orvieto, Panicale, Perugia, Santa Maria degli Angeli, Spello e Trevi.
Tornando al Nobile Collegio del Cambio, in questi giorni si sta lavorando allo studio della decorazione ad affresco della Sala delle Udienze del Collegio del Cambio, considerato uno dei massimi traguardi della pittura italiana agli albori del Cinquecento e una delle opere di maggiore notorietà e grandezza dell’artista, all’apice della sua carriera. Il laboratorio che ci sta lavorando è composto da David Alessandrini, Michela Azzarelli, Manuela Vagnini in collaborazione con i colleghi ricercatori Aldo Romani, Catia Clementi del Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologie dell’Università di Perugia che è socio del Laboratorio, Francesca Volpi del Laboratorio Arvedi di Diagnostica non invasiva dell’Università di Pavia, Maria Letizia Amadori e Valeria Mengacci del Dipartimento di Scienze Chimiche Applicate dell’Università di Urbino e Chiara Anselmi del CNR IRET – Porano. Le attività di ricerca hanno come obiettivo l’approfondimento della conoscenza della materia costitutiva e delle tecniche di esecuzione utilizzate.
Importante: i risultati delle varie indagini verranno messe a confronto con quanto sta emergendo e emergerà dalle altre opere oggetto del progetto, così da avere una panoramica eccezionale e unica su tutte le opere presenti in Umbria del “Divin Pittore” che sarà oggetto di un convegno internazionale e di una pubblicazione.