Il patrimonio archeologico umbro tra necropoli e preziosi rinvenimenti nella bassa Umbria

MONTELEONE DI SPOLETOAnche l’archeologia e’ il piatto forte dell’Umbria, questo piccolo territorio posto nel cuore dell’Italia, crocevia di civiltà con il loro culto, tradizioni, usi e costumi. Qui il contemporaneo ha fatto tesoro di queste risorse antiche, imitando e perseguendo gesta, detti e cultura. Tutta l’Umbria e’ una miniera di testimonianze storico – archeologiche, che fanno vanto in tutto il mondo. Monteleone ne annovera tre di siti archeologici, oltre che a un museo, degno di visita: la Biga fedele copia dell’originale.
Ma ecco, supportati dalla Soprintendenza Archeologica dell’Umbria, andiamo a conoscere, a sommi capi, un piccolo itinerario di siti nel territorio Monteleonese: Colle del Capitano, Forma Cavaliera, il Santuario di Monte Aspra. Il rinvenimento a Colle del Capitano, il più importante, si fa risalire ai primi anni del ‘900, durante alcuni lavori nei terreni della famiglia Vannozzi. Qui emerse una “tomba a grande fossa”, coperta da pietre. Emerse un ricco corredo e un carro (etrusco) da parata del VI secolo a.C. lungo 209 e alto 130.9 cm. realizzato in bronzo, ferro, cuoio e legno di noce; le decorazioni a sbalzo con tarsia in avorio. Nei pannelli sono stati trattati temi mitologico – omerici come Achille insieme alla dea Teti; il timone della biga ha un protome di cinghiale mentre alla fine una testa di uccello; il gioco per l’ attracco dei cavalli presenta due anse terminanti con decorazioni di serpenti; il morso con testa di leone. L’ originale e’ al Museo Metropolitan of Art di New York. Successivamente, sempre a causa di lavori in loco a Colle del Capitano, vennero scoperte altre 26 tombe di cui 20 a incinerazione e 6 inumazione. La necropoli fu frequentata in un periodo che va dall’eta’ del bronzo (IX-VIII sec a.C); nel corso del VI secolo, risale la tomba della Biga. Altro sito archeologico e’ il santuario di Forma Cavaliera, situato vicino al fosso Vorga, su una direttrice viaria che unisce Monteleone a Leonessa – Cascia – Norcia (strada esistente ancora oggi). Il rinvenimento anche in questo caso, si deve a lavori agricoli.

 

 

 

Qui nel terreno sono rinvenuti bronzetti schematici, frammenti di dischi decorati e vasellame in bronzo, frammenti di oggetti in pasta vitrea, alcuni frammenti in metallo tipo bronzo, ferro e monete di eta’ romana; frequentazioni di epoca di eta’ arcaica e anche dopo la conquista romana del territorio sabino – laziale. Se tale materiale e’ giunto fino a noi si deve ad alcuni locali che con dovizia e cura hanno raccolto tanto materiale. Probabilmente il sito, era dapprima un santuario, poi una villa. Altro sito interessante e’ santuario di monte Aspra. La scoperta, grazie al materiale lasciato in loco dai ricercatori clandestini. Sito che si colloca tra l’eta’ arcaica a quella romana repubblicana. Scendendo in basso, lungo il Nera nella prossimita’ di interamna (che tratteremo a parte), troviamo il sito sull’altura di Monte Moro, nel comune di Montefranco. Il rinvenimento, e’ avvenuto dopo scavi clandestini, anno 1998. Il sito e disposto su due ambienti con relative pavimentazioni del periodo romano – repubblicana all’eta imperiale. Qui sono rinvenuti bronzetti votivi e materiale comune ai santuari umbri e sabini antecedente il periodo romano. Il sito in primis era a carattere religioso, poi, cisterne circolari, scavate su roccia calcarea. A loro interno furono rinvenuti materiali da santuario come bronzetti arcaici, materiali votivi in terracotta. Il sito e ben tenuto e monitorato.  Scendendo in basso, lungo la  Valnerina il Santuario del Monte di  Arrone, scavato nella roccia. Una grande cisterna probabile in relazione ad un luogo di culto.
 

In Valle Sacrata alla fine dell ‘800 fu rinvenuta una testa di divinita’ appartenuta ad una statua probabilmente venerata nel santuario in cima al monte. Il pezzo fu restaurato nel 1998 e ancora oggi  esposto nella residenza comunale. Interessanti reperti, per quanto riguarda una conoscenza più approfondita sulle origini del territorio della Valnerina, casciano, nursino e altre localita’, si possono ammirare  presso il museo archeologico  di Spoleto.

Carlo Favetti: Nato a Ferentillo, ho pubblicato saggi d'arte, volumi di storia e libri di poesie. Ho collaborato con il Corriere dell'Umbria dal 1998 al 2010 e poi con il Il Giornale dell'Umbria. Nel 1993 ho fondato l'associazione culturale Alberico I Cybo Malaspina.