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Il Parmigianino non ritrasse il principe di Ferentillo ma lo fece…di carne e vivo

FERENTILLO – (Parma ☆1503 Casalmaggiore Cremona +1540). Sono i dati anagrafici di un grande artista rinascimentale che seppe immortalare la storia nei volti di personaggi più o meno importanti, in questo caso il principe di un piccolo castello della Valnerina. Ma andiamo con ordine partendo da Lorenzo Cybo (Sampierdarena ☆ 20.7.1500  Pisa + 1549).

Parmigianino, ritratto del principe di Ferentillo Lorenzo Cybo

Il dipinto di cui parliamo oggi ritrae il principe con il suo paggio. Olio su tavola misura 126×194,5 cm. Copenaghen, Statens Museum for Kunst iscrizione a destra, sotto la firma: LAURENTIUS CYBO MARCHIO MASSA/ATQUE COMES FERENTILLI ANNO M.D.XXIII. Il dipinto, ricorda il Vasari, è attribuito all’attivita romana del Parmigianino: “sentendo la fama di costui, il signor Lorenzo Cybo, capitano della guardia del papa, e bellissimo uomo, si fece ritrarre da Francesco; il quale, si può dire che non lo ritrasse ma lo fece di carne e vivo“. Lorenzo Cybo nipote di Papa Innocenzo VIII figlio di Franceschetto Cybo e Maddalena di Lorenzo de’ Medici eredito’ alla morte del padre la contea di Ferentillo. Attraverso il matrimonio con Ricciarda Malaspina acquisì anche il margraviato di Massa e Carrara, ma la moglie riusci con successo, nel 1525 a estraniarlo dalla sua proprietà, grazie ad una esclusiva investitura da parte di CarloV. Solo poco prima della morte, nel 1547, Massa gli venne nuovamente assegnata. Probabilmente la data riportata sul dipinto puo essere collegata al momento in cui Cybo venne chiamato al servizio del nuovo Papa Clemente. La datazione del dipinto oscilla quindi nell’ambito del periodo romano, ma la ricerca più recente tende a collegarlo intorno al 1524/25 anche per via degli eventi paralleli con il ritratto di Galeazzo Sanvitale ( Napoli museo di Capodimonte), con cui spartisce la resa in un ambiente fortemente architettonico, con veduta su una vegetazione rigogliosa.
Disegno di un anonimo, XVI secolo Archivio di Stato di Massa

La monumentalità’ di Lorenzo che poggia sulla sua spada, la presenza del paggio e il grande formato possono essere stati influenzati dai grandiosi ritratti romani di Sebastiano del Piombo, di imponenti dimensioni, ma sono ancora prevalenti i rimandi ai primi ritratti parmensi: tralasciando il cappello rosso con la piuma, tipico dell’Italia settentrionale uno simile compare anche nel ritratto di Galeazzo qui ritroviamo la stessa ricchezza di attributi che evidenziano l’  importanza del personaggio ritratto, dal pugnale alla spada massiccia, fino al paggio e alla tavola per i dati, ricchezza che distingue anche l’antiquario di Londra e Galeazzo. Lorenzo qui ci appare semplicemente in posizione eretta, con sguardo tuttavia nervoso e fiero, inavvicinabile. Il ragazzo, reca ancora la fisionomia dei putti di Fontanellato. Emiliana risulta la tavolozza dai toni profondi, saturi, e la pennellata visibile, fresca. Questo, in breve, la descrizione del dipinto da parte di Sylvia Ferino – Pagden della Soprintendenza di Parma e Piacenza.

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