FERENTILLO – Il Parmigianino e il Correggio protagonisti in tv nello speciale di Rai 5 sui pittori parmensi. Con uno sguardo particolare per il Parmigianino. In effetti le sue opere a nostro avviso sono prova di eccezionale capacità innovativa se riferita al periodo, la prima metà del ‘500.
Basta osservare la “Madonna dal lungo collo” (agli Uffizi) uno dei dipinti più importanti e rappresentativi del manierismo, con ispirazioni ed estetica anticlassica e permeato di illusioni e trasposizioni del piu’ variegato simbolismo.
Poi c’e il ritratto di Lorenzo Cybo con il paggio (museo di stato di Copenhagen).
Francesco Mazzola detto Parmigianino nacque a Parma nel 1503 e morì a Casalmaggiore di Cremona nel 1540. Si può leggere tutto di lui nel suo intenso autoritratto dentro lo specchio convesso, un olio su tavola del 1524 conservato al museo di Vienna.
Ma torniamo al rapporto con l’Umbria dell’artista soffermandoci sull’ opera: olio su tavola 126×194,5 raffigurante il Principe Lorenzo Cybo; un rapporto prestigioso con l’ Umbria tramite l’illustre personaggio, riprodotto in questo quadro eseguito nel 1523. Sotto la firma dell’artista parmense si legge: LAURENTIUS CYBO MARCHIO MASSA/ATQUE COMES FERENTILLI ANNO MDXXIII. Il principe nasce a Sampierdarena il 20 luglio del 1500 e morirà a Pisa nel 1549. Sposa il 14 Maggio del 1520 presso la cattedrale di Massa Ricciarda Malaspina Marchesa di Massa e Signora di Carrara. Lorenzo e’ nominato conte di Ferentillo, Governatore e Castellano di Spoleto, perpetuo governatore di Vetralla, nel 1520 Generale delle guardie pontificie, 1529 di Montegiove e Giano, nel 1532 Governatore di Viterbo, nel 1534 di Pisa ecc.
Padre di Alberico I Cybo Malaspina marche di Massa, signore di Carrara Conte di Ferentillo e governatore perpetuo della terra di Monteleone di Spoleto. Il ritratto del Cybo con il paggio fu realizzato nel periodo del soggiorno romano dell’artista parallelamente all’altro dipinto raffigurante Galeazzo da San Vitale (oggi al museo di Napoli).
La maestosità di Lorenzo Cybo, che poggia sulla spada, la presenza del paggio e il grande formato possono essere stati influenzati dai grandiosi ritratti romani di Sebastiano del Piombo, ma ancora respira aria parmense come il cappello rosso con la piuma tipicità dell’Italia settentrionale, uguale anche nel ritratto di Galeazzo. A differenza di altri ritratti eseguiti dall’ artista, qui il Cybo appare in posizione eretta, con sguardo nervoso e fiero, ma assai distante. Il paggio, che assomiglia ai putti di Fontanellato, il suo abbigliamento pesante, e da fraintendere o considerare come un personaggio da burla.
Nell’ insieme, il dipinto dimostra nella resa, tutta la creatività, ingegno, suggestioni scaturite, come detto, nel suo soggiorno romano a contatto con altri artisti, stili, forme e temperamenti.
Venendo al Vasari, biografo illustre di illustri artisti, benche’ non fosse tanto benevolo con il Parmigianino per questo dipinto afferma: “SENTENDO LA FAMA DI COSTUI IL SIGNOR LORENZO CYBO, CAPITANO DELLA GUARDIA DEL PAPA, E BELLISSIMO UOMO, SI FECE RITRARRE DA FRANCESCO; IL QUALE SI PUO DIRE CHE NON LO RITRASSE, MA LO FECE DI CARNE E VIVO“. Insomma ecco un altro genio italiano che con il suo pennello stravagante ha reso un grande servigio all’italianità nel mondo.